Quello degli audiolibri è un mercato che non è mai davvero decollato, anche se negli ultimi dieci anni è cresciuto costantemente, sostenuto da case editrici che non hanno mai voluto voltargli le spalle. Nel 2011 gli audiolibri pubblicati negli Stati Uniti erano 7.200, mentre dieci anni dopo sono stati quasi 74mila. Non è un caso che Spotify, il servizio di streaming che ha rivoluzionato il mondo dell’industria musicale e contribuito sensibilmente al boom del podcast, abbia appena reso disponibili ai suoi utenti statunitensi trecentomila audiolibri. A sorpresa l’azienda ha abbandonato la sua politica sugli abbonamenti offrendo best-seller e classici secondo un modello paga per libro, probabilmente anche per differenziarsi dalla concorrenza. Audible, il servizio di Amazon (e di gran lunga il capofila del settore con più di 760mila titoli), ma anche Apple, Google e libro.fm, infatti, funzionano con formule di abbonamento, mensili o annuali. L’amministratore delegato di Spotify ha fatto comunque intendere che l’azienda vuole fare concorrenza a Audible.
The New York Times
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it
Questo articolo è uscito sul numero 1479 di Internazionale, a pagina 90. Compra questo numero | Abbonati