Per la prima volta i Saint Etienne non si sono trovati in studio insieme per registrare un album: l’anno scorso hanno fatto tutto a distanza, usando Zoom. È stato detto molto sul ritorno dei Saint Etienne ai campionamenti, ma la cosa più interessante sono le fonti che hanno scelto, tutte anni novanta: come la stupenda Raincloud dei Lighthouse Family su Fonteyn e Beauty on the fire di Natalie Imbruglia su Pond house o l’intro di ’Til the night becomes the day di Samantha Mumba che diventa un delicato refrain in Little K. Nel mix ci sono anche registrazioni sul campo, suoni ambientali da Hove, dal mercato coperto di Shipley e altri vecchi luoghi di villeggiatura britannici. Non ci sono accelerazioni improvvise o hit istantanee semplicemente perché il punto dell’album non è quello. È nebuloso, malinconico e c’immerge in uno stato contemplativo: quando i dettagli vengono messi a fuoco e si uniscono i puntini, si scopre che I’ve been trying to tell you è una bella aggiunta al già notevole catalogo dei Saint Etienne.
Ian Wade, MusicOmh
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Questo articolo è uscito sul numero 1427 di Internazionale, a pagina 98. Compra questo numero | Abbonati