Indigo De Souza (Charlie Boss)

Se c’era qualche dubbio sulla sincerità di Indigo De Souza quando ha intitolato il suo debutto I love my mom, è sparito di sicuro con il nuovo lavoro. “Chiama tua madre, dille che la ami” canta ancora la musicista statunitense in Kill me, in cui voce e chitarra mostrano una schiettezza senza fronzoli. Il forte legame tra confessione appassionata e sarcasmo segna tutte le dieci tracce di Any shape you take. Nel grunge pop alla Dinosaur Jr. di Die/cry De Souza con voce dolce e poco addomesticata proclama fieramente: “Preferirei morire che vederti piangere”. Una frase che fa da contrappunto a una melodia molto più allegra. I toni si fanno intensi in Real pain, che evoca Mitski finché non arriva una cacofonia creata dalle urla dei fan, che apre una crepa e lascia entrare una vera connessione tra esseri umani. De Souza fa parte dell’affollata schiera di artisti influenzati dal grunge più melodico degli anni novanta. Ma oltrepassando le mura casalinghe dell’autoproduzione sta spiegando le ali per assumere nuove forme musicali.

Susan Darlington, Loud and Quiet

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Questo articolo è uscito sul numero 1424 di Internazionale, a pagina 96. Compra questo numero | Abbonati