Su una gigantesca nave da crociera che naviga nel Mediterraneo, Rose barcolla un po’, sotto l’effetto delle onde e dei troppi drink. Questa psicologa parigina sulla quarantina non sa se lasciare il marito o restare con lui per trasferirsi, come avevano programmato, nel suo villaggio natale di Clèves; non sa se approfittare della dolcezza irreale dell’aria o lasciarsi conquistare dall’“angoscia climatica” che questo tempo anomalo, in pieno inverno, le ispira. In barca, ma ancora di più dopo, di ritorno a Parigi, e infine dopo essersi trasferita a Clèves, Rose non sa bene cosa fare con Younès, il ragazzo nigeriano che la nave turistica ha incrociato una notte mentre naufragava con altri migranti. Esita tra passività e impegno, inerzia ed eroismo. O meglio, la protagonista di Il mare sottosopra oscilla tra i due poli, ed è questo che rende il nuovo libro di Marie Darrieussecq così interessante a tutti i livelli: letterariamente ricco, politicamente né militante né rassegnato. Il romanzo è un’esplorazione di quel grande topos che è la crisi di mezza età: Rose non sa se lasciare il marito che beve troppo (anche lei beve, ma che non si sappia!), vorrebbe essere utile, dare un senso alla sua vita. Su tutti questi temi Marie Darrieussecq ha scritto un testo che con molta intelligenza s’interroga su come abitare il mondo. Raphaëlle Leyris,Le Monde
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it
Questo articolo è uscito sul numero 1394 di Internazionale, a pagina 76. Compra questo numero | Abbonati