Il 18 novembre il primo ministro polacco Donald Tusk ha annunciato che due cittadini ucraini al servizio di Mosca sono sospettati di aver compiuto degli atti di sabotaggio lungo una linea ferroviaria della Polonia che conduce in Ucraina.
“I presunti autori del sabotaggio sono due cittadini ucraini che collaborano da tempo con i servizi di sicurezza russi. Le loro identità sono note ma per il momento non saranno divulgate”, ha dichiarato Tusk in parlamento.
I due atti di sabotaggio, avvenuti tra il 15 e il 17 novembre, hanno danneggiato una linea ferroviaria che contribuisce all’approvvigionamento dell’Ucraina, un alleato chiave di Varsavia.
La Polonia, membro della Nato e dell’Unione europea, è diventata il principale paese di transito per gli aiuti militari e umanitari destinati all’Ucraina, in guerra con la Russia.
“Il primo atto di sabotaggio è consistito in un oggetto d’acciaio posizionato su un binario, che avrebbe potuto far deragliare un treno, e il secondo nell’esplosione di un ordigno al passaggio di un treno merci”, ha affermato Tusk, precisando che nessuno è rimasto ferito.
Uno dei presunti autori è un cittadino ucraino che, a maggio, era stato condannato per “atti di sabotaggio” da un tribunale di Leopoli, in Ucraina, ha dichiarato il premier.
L’altro è un residente della regione del Donbass, nell’est dell’Ucraina, arrivato quest’autunno in Polonia dalla Bielorussia.
Subito dopo gli atti di sabotaggio i due sospetti avrebbero lasciato la Polonia per raggiungere la Bielorussia.
“Russofobia”
Il 18 novembre il Cremlino ha reagito alle parole di Tusk denunciando la “russofobia” delle autorità polacche.
“La Russia è accusata di qualunque episodio di guerra ibrida, ovunque si verifichi, ma è in Polonia che la russofobia fiorisce in tutto il suo splendore”, ha dichiarato il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov, senza smentire direttamente le accuse polacche.
Negli ultimi anni Varsavia ha limitato la presenza di diplomatici russi sul suo territorio, ordinato la chiusura di due consolati russi e arrestato 55 persone sospettate di essere agenti al servizio di Mosca.