Dieci anni dopo a ground zero. Un articolo di David Rieff e un’inchiesta sulla ricostruzione di ground zero.
Li chiamarono jumper: i saltatori. Il 7 per cento delle vittime dell’11 settembre morì in questo modo, lanciandosi nel vuoto per sfuggire alle fiamme. Sono le immagini forse più drammatiche e commoventi di quel giorno. Il 12 settembre del 2001 il New York Times ne pubblicò una scattata da Richard Drew, un fotografo dell’Associated Press. È la più famosa, tanto che si è meritata un titolo: The falling man. Si vede la sagoma di un uomo che precipita a testa in giù. Sullo sfondo le righe bianche, nere e grigie della torre nord del World trade center. Venne scattata quindici secondi dopo le 9.41 dell’11 settembre 2001. Fu la prima e ultima foto di un jumper che uscì sul New York Times. Per una parte dell’opinione pubblica statunitense erano immagini talmente forti da essere insopportabili, ma per molti altri i jumper erano dei vigliacchi: anziché resistere e morire da eroi, avevano preferito suicidarsi morendo da codardi. Così le loro immagini diventarono un tabù. Le autorità sanitarie della città di New York dovettero intervenire per spiegare che, anche se tecnicamente si era trattato di suicidi, i jumper andavano inclusi tra le vittime degli attentati. Perfino i tentativi di identificarli attraverso le poche foto disponibili furono ostacolati dai familiari. “Quel pezzo di merda non è mio padre”, disse il figlio di una delle vittime a un giornalista che cercava di mostrargli una foto. “Le immagini dei jumper rendono evidente l’estrema vulnerabilità delle vittime”, ha scritto Susie Linfield sul settimanale New York. Ci ricordano che l’11 settembre fu innanzitutto una spaventosa tragedia umana, oltre che uno dei più gravi crimini politici della nostra epoca.
Il decimo anniversario degli attentati sarà una grande occasione per celebrare le vittime e gli eroi dell’11 settembre. Ma è possibile ricordare senza alimentare l’odio? Si può aspirare alla pace senza tradire la memoria? Le domande di David Rieff .
Ambizioni estetiche, pressioni politiche, interessi economici e vincoli edilizi. La ricostruzione del World trade center è una storia di soldi e potere ambientata nel cuore di New York.
A gennaio le rivolte arabe suscitavano simpatia in tutto l’occidente. Oggi preoccupano soprattutto gli europei. L’analisi del País.
Mentre il Nordafrica è ancora scosso da rivolte e cambi di regime, centinaia di migranti continuano ad arrivare in Italia. Dall’inizio dell’anno gli sbarchi sono stati quasi 50mila.
Passione. Violenza. Amore incondizionato. In Turchia il calcio è una questione molto seria. E la rivalità tra le squadre della capitale è accesissima. I tifosi del Beşiktaş raccontati da Elif Batuman.
I comici più popolari della tv cambogiana hanno cariche militari, girano armati e fanno propaganda a favore del governo. L’opposizione, nel paese asiatico, si sconfigge anche così.
Politici e studiosi trascurano il valore dell’empatia e fanno poco per svilupparla. Ma una società in cui si cerca la comprensione reciproca è meno violenta.
L’anima del Brasile rurale negli scatti di Tiago Santana. Un universo ostile, dove uomini e animali hanno uguale importanza, scrive Christian Caujolle.
Rappresenta le vittime dell’inquinamento ambientale della Chevron in Ecuador. E grazie a lui la compagnia è stata condannata a pagare un risarcimento miliardario.
Tornare a Fès, dieci anni dopo, e riscoprire un Marocco sospeso tra passato e presente. Con un ricordo speciale per degli animali infaticabili.
Di Freddy Nadolny Poustochkine
Slavoj Žižek
Ariel Levy
La setta islamica del nord della Nigeria alza la posta in gioco e il 26 agosto colpisce la sede dell’Onu nella capitale Abuja. Gli attentati minacciano l’unità nazionale.
Il 25 agosto un gruppo di narcos ha incendiato un casinò a Monterrey uccidendo più di cinquanta persone. La capitale industriale del paese è in mano ai cartelli della droga.
Il nuovo premier Yoshihiko Noda ha davanti a sé una serie di sfide difficili. Le riforme, la ricostruzione, la questione nucleare e un’economia in grave crisi.
La diffusione di cd e dvd piratati e del download illegale condiziona gli investimenti dei grandi gruppi internazionali.
Per le donne conciliare carriera scientifica e vita privata è difficile. Dopo il dottorato serve flessibilità e quelle che decidono di fare figli spesso rinunciano a incarichi all’estero.
Negli anni ottanta i computer erano roba da nerd. Avevano il fascino di un’analisi di bilancio e chiunque avesse un minimo di creatività li usava malvolentieri. Poi, però, è arrivato Steve Jobs. Un articolo di Steven Johnson.
La richiesta finlandese di garanzie sugli aiuti ad Atene rende più incerto il destino dell’intera eurozona. Soprattutto ora che le previsioni economiche per l’area sono peggiorate.
Neue Zürcher Zeitung
El País
A Gerusalemme un esperimento di convivenza sui mezzi pubblici fa sperare in un paese diverso. Leggi
Le Damas de blanco, che si sentono sempre più minacciate, hanno chiesto l’aiuto del cardinale dell’Avana. Leggi
Le dottrine religiose non si possono discutere, quindi non si può scendere ad alcun compromesso sui diritti dei gay o sull’aborto o sul cambiamento climatico. Leggi
Michelle Paver, La materia oscura Leggi
Sergio Bologna e Dario Banfi, Vita da freelance Leggi
Jeff Bridges, Lenny Kravitz, Red Hot Chili Peppers Leggi
Un’immagine ignobile: un uomo bianco, in posa da cacciatore, con il fucile in mano, in piedi vicino a un corpo, apparentemente senza vita, di un bambino nero. Leggi
Molti anni fa un matematico e grande educatore, Zoltán Dienes, individuò un paradosso educativo in cui sono impigliati i gruppi dirigenti, anche i più reazionari. Leggi
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Era il 6 novemnre 1993. Almeno questa era la data scritta sul margine superiore della pagina. Leggi
Ho 18 anni e sono un fanatico di videogiochi. Gioco anche dieci ore al giorno. Come fare per smettere? Leggi
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