02 gennaio 2024 15:25

Visto che ci siamo appena lasciati il 2023 alle spalle, insieme ai colleghi che curano le pagine musicali su Internazionale abbiamo deciso di regalarvi una playlist di buon auspicio per il 2024, con dentro alcuni brani dell’anno appena passato che ci sono piaciuti particolarmente.

Qui sotto ci sono tutte le nostre scelte motivate (io ho selezionato quattro brani, gli altri due a testa). Per non fare torti a nessuno ho seguito l’ordine alfabetico. La playlist invece la trovate in fondo a questo articolo e su Spotify.

Buon ascolto e buon anno!

Giovanni Ansaldo, editor di musica e opinioni

Doja Cat, Paint the town red
Ascolto la radio solo in macchina, quindi non molto spesso. Quando qualche radio ha passato Paint the town red nei mesi scorsi non ho mai cambiato stazione. Doja Cat non è solo brava a creare contenuti di successo sui social network, è anche un’ottima rapper. Mezzo punto in più per il campionamento di Dionne Warwick.

Lana Del Rey, A&W
C’è una canzone nell’ultimo album di Lana Del Rey che riassume le sue qualità: s’intitola A&W, che sta per american whore. Ed è un concentrato di decadentismo, gusto rétro e tinte da road movie. È un brano di oltre sette minuti accompagnato dal pianoforte e dalla chitarra acustica che comincia come una ballata intimista, ma a un certo punto prende una piega synthpop, con inserti di elettronica e sintetizzatori cupi. La solita fuoriclasse.

Aesop Rock, Pigeonometry
Una delle riflessioni più brillanti dell’anno sulla creatività. Un pezzo divertente e sorprendente, che fa parte di un disco ispirato al rapporto tra essere umano e tecnologia.

Salmo, A te e famiglia
Il miglior pezzo hip-hop italiano (anche se qui dentro c’è tanta elettronica e non solo) del 2023 è uscito il 29 dicembre. Salmo ha descritto perfettamente la posizione scomoda in cui trovano molti rapper italiani, costretti a schierarsi su molte questioni attuali, dai femminicidi alle guerre. E ci ricorda giustamente che non è a loro che bisogna chiedere conto, ma ad altri.

Daniele Cassandro, editor di cultura

Slowdive, Prayer remembered
Dreampop incantevole e avvolgente. Per cominciare l’anno con una lunga carezza.

Romy, Enjoy your life
Un inno dance alla gioia di vivere con un campionamento di La vita di Beverly Glenn-Copland.

Giovanna D’Ascenzi, photo editor

BC Camplight, The last rotation of earth
Un cantautore fuori dal coro che sa tenere insieme miserie personali e ironia.

Vanishing Twin, Marbles
Solo se volete lasciarvi ipnotizzare e perdervi nelle trame misteriose costruite dal trio londinese.

Patrizio Ruviglioni, cura la rubrica di canzoni su Internazionale Kids

Colapesce Dimartino, La luce che sfiora di taglio la spiaggia mise tutti d’accordo
Sei minuti e 19 secondi in cui succede tutto e non succede niente, che sembra stia lì per partite e poi non esplode mai. Un po’ Meri Luis di Dalla e un po’ L’illogica allegria di Gaber, con chitarre ed effetti, racconta di un capomastro, una pornostar e un’anestesista colpiti da un’epifania chiara in fondo solo a loro. Viene da dire che oggi non si scrive più così, ma brani del genere sono rari – e lo sono sempre stati – proprio in senso assoluto.

Massimo Pericolo e Niko Pandetta, Ciao frate
Cos’è la credibilità nell’hip hop? Mentre nel rap italiano ci si atteggia da criminali, Massimo Pericolo e Niko Pandetta sono tra i pochi titolati a parlarne, se non altro perché hanno vissuto l’esperienza del carcere. E così lo fanno in questo pezzo intimo, organizzato come uno scambio di lettere e in cui gli stereotipi si ribaltano. Niko Pandetta scrive da una cella, l’amico gli risponde: “Qua fuori tutto bene. Se ti può consolare, non ti perdi niente. Questi fanno i gangster per fama, non per fame. Mentre tu aspetti di uscire, sembra vogliano entrare”.

Jonathan Zenti, designer di audio. Cura la rubrica Podcast

Caroline Polachek, Dang
Il nuovo singolo lanciato in tv a ottobre con delle slide sembra rappresentare la sintesi tra arte, pop e sperimentazione che la cantautrice di New York sembrava cercare da qualche anno dopo essersi liberata dei Chairlift. Rappresenta al momento l’unica vera alternativa all’approccio industriale di massa della musica statunitense.

Taylor Swift, Out of the woods (Taylor’s Version)
Ci sono molti motivi per cui il 2023 è stato il suo anno. Uno di questi è stata la sfida della riregistrazione dei master di 1989. Come rifare un disco già di per sé perfetto? Swift l’ha fatto in quello che forse era l’unico modo possibile: non toccando praticamente niente e facendolo suonare, insieme a Jack Antonoff, semplicemente più “crispy”.

Claudio Rossi Marcelli, conduttore del podcast Il Mondo; cura la rubrica Hello daddy

Kylie Minogue, Padam padam
Nessuno si aspettava che dopo 35 anni di carriera Kylie Minogue fosse in grado si sfornare un nuovo tormentone pop, ma grazie al sostegno della comunità lgbt e alla diffusione su TikTok, la principessa del pop ci è riuscita di nuovo.

Billie Eilish, What was I made for?
Anche se l’ha scritta per una bambola di plastica e per il film più commerciale dell’anno, questa canzone si è rivelata una delle più intime e personali che Billie Eilish abbia mai pubblicato, una commovente riflessione sul rapporto tra la sua identità e la sua immagine di cantante famosa.

Questo testo è tratto dalla newsletter Musicale.

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