26 marzo 2024 16:07

Le vendite di musica nel mondo sono aumentate per il nono anno consecutivo nel 2023, con dati in crescita in tutti i mercati. Lo certifica il Global music report 2024, il rapporto annuale della Federazione internazionale dell’industria fonografica (Ifpi).

Secondo l’Ifpi i ricavi globali della musica registrata sono aumentati del 10,2 per cento nel 2023, spinti ancora una volta dalla crescita degli abbonati ai servizi di streaming a pagamento. I ricavi totali hanno raggiunto i 28,6 miliardi di dollari nel 2023 (circa 26,3 miliardi di euro).

I dati dello streaming hanno rappresentato la maggior parte della crescita dei ricavi e della quota totale di mercato. I soli introiti dello streaming in abbonamento sono cresciuti dell’11,2 per cento e rappresentano quasi la metà (48,9 per cento) del mercato globale. Nel 2023 il numero di abbonamenti a pagamento ai servizi di streaming ha superato per la prima volta i 500 milioni e ora ci sono più di 667 milioni di utenti di account a pagamento.

È stata registrata una forte crescita anche per gli altri formati, con un aumento dei ricavi fisici (+13,4 per cento) e dei proventi da diritti di esecuzione (+9,5 per cento). Questo è il terzo anno consecutivo in cui sia i ricavi digitali sia quelli fisici aumentano contemporaneamente.

Dal punto di vista geografico, l’Africa subsahariana ha registrato la crescita più rapida, con un aumento dei ricavi del 24,7 per cento. Il Sudafrica, il suo mercato più grande, ha rappresentato il 77 per cento dei ricavi regionali, con una crescita di quasi il 20 per cento. Segue l’America Latina, con un aumento degli introiti del 19,4 per cento. L’Asia, la terza regione più grande a livello globale, ha visto un aumento dei ricavi del 14,9 per cento, trainato dai formati fisici e dai ricavi digitali, mentre il Medio Oriente e il Nordafrica hanno fatto registrare +14,4 per cento.

Il mercato discografico italiano, invece, è cresciuto del 18,8 per cento, per un totale di 440 milioni di fatturato. A fare da traino, anche nel nostro paese, è lo streaming, che ricopre da solo una quota pari al 65 per cento del mercato e i cui ricavi sono cresciuti del 16,2 per cento.

Tutto rose e fiori quindi, in Italia e all’estero? Probabilmente no. I ricavi della discografia crescono ma i musicisti, soprattutto quelli indipendenti, faticano a beneficiarne, come è stato fatto notare più volte dagli esperti. E all’orizzonte c’è un futuro più incerto di quello che sembra. “La verità è che siamo alle fasi iniziali di un altro evento di trasformazione per l’industria musicale”, ha dichiarato a Variety Dennis Kooker, responsabile del mercato digitale internazionale della Sony, che ha definito “frammentato” il pubblico degli ascoltatori musicali di oggi.

Sottolineando che la Sony ha già attraversato “due eventi di trasformazione” negli ultimi tempi – il passaggio dal fisico al digitale e il passaggio da un modello di proprietà al sistema dello streaming – Kooker ha affermato che l’industria ora si sta preparando per il prossimo, che probabilmente sarà innescato dall’intelligenza artificiale. I recenti licenziamenti della Universal e di altre importanti etichette sono un antipasto di quello che ci aspetta? Ancora è presto per dirlo, ma non è da escludere.

Questo testo è tratto dalla newsletter Musicale.

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