05 dicembre 2023 10:01

Nella costante corsa al ribasso che sembra animare il pop mainstream italiano, l’annuncio dei cantanti in gara nella categoria Big alla prossima edizione del festival di Sanremo da parte del direttore artistico Amadeus conferma come quel pizzico d’innovazione portato una decina d’anni fa dal cosiddetto It-pop, dalla trap e da eccellenze isolate come Cosmo e Iosonouncane sia stato ormai fagocitato dal nazionalpopolare, in una specie di eterno ritorno dell’uguale. Se per un attimo il mainstream sembrava essersi aperto a nuove sensibilità, si è richiuso subito come un riccio, anzi ha spento molte velleità di chi voleva provare altre strade.

A partire dalla direzione artistica di Claudio Baglioni nel 2018, perfino Sanremo sembrava aver in parte accolto quelle suggestioni, ed era tornato a essere un punto di riferimento parzialmente credibile per la discografia.

Al festival era capitato perfino di ascoltare canzoni di buona qualità: pensate alla vittoria di Mahmood nel 2019 con Soldi, al trionfo dei Måneskin nel 2021 (gusti a parte, sono diventati un fenomeno internazionale) e alle sortite del duo Colapesce-Dimartino con il loro pop vintage ma di classe. Da un paio d’anni a questa parte, invece, la restaurazione si è imposta nuovamente, come se il retaggio dei fiori e di Pippo Baudo fosse più forte di tutto.

La lista appena diffusa da Amadeus conferma tutti questi dubbi. Per completezza la riporto qui: Fiorella Mannoia, Geolier, Dargen D’Amico, Emma, Fred De Palma, Angelina Mango, La Sad, Diodato, Il Tre, Francesco Renga e Nek, Sangiovanni, Alfa, Il Volo, Alessandra Amoroso, Gazzelle, Negramaro, Irama, Rose Villain, Mahmood, Loredana Bertè, The Kolors, Big Mama, Ghali, Annalisa, Mr. Rain, Maninni, Ricchi e Poveri.

A parte forse Mahmood, tra questi artisti non ne vedo nemmeno uno in grado di proporre qualcosa di vagamente innovativo o originale. Magari Ghali, se recuperasse un po’ dello smalto perduto, o Dargen D’Amico potrebbero provarci. Per il resto, tra scelte di sicuro impatto ma anche di scarsa fantasia (Annalisa, The Kolors, il pur bravo Diodato) e riproposizioni di nomi utili solo per aizzare il televoto (Il Volo, Mr. Rain, Ricchi e Poveri) Amadeus si congeda (forse) da Sanremo con delle scelte simili a quelle del 2023, che riportano cioè il festival all’antico. E così dobbiamo aspettarci uno show che sicuramente monopolizzerà l’attenzione dei mezzi d’informazione per una settimana. Ma dal punto di vista musicale si fatica davvero a intravedere una sola, timida, novità.

Questo testo è tratto dalla newsletter Musicale.

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