“Se le cinghiate che ti ho dato non sono servite a niente, la prossima volta ti prenderò a pugni”. Il mago Caleb ricorda che il padre l’aveva avvertito così quando l’aveva sorpreso per l’ennesima volta nella sua stanza a provare trucchi con le carte. Non era stata una minaccia a vuoto.

Caleb è cresciuto nello stato di Benue, in Nigeria, in una famiglia cristiana molto devota e dove la magia non era considerata un semplice hobby ma blasfemia: i giochi con le carte non erano una dimostrazione di destrezza ma di depravazione. Per il padre di Caleb erano una prova di corruzione spirituale, qualcosa che bisognava estirpare, non incoraggiare.

Il ragazzo, che all’epoca aveva 19 anni, era stato scoperto altre volte a provare trucchi di magia ma in quell’occasione, alla vigilia di Natale del 2022, suo padre perse definitivamente la pazienza. Caleb si era addormentato con accanto un quaderno pieno di appunti, tra note scarabocchiate ai margini, schemi e disegni simili a formule magiche. L’aveva trovato la madre prima dell’alba, che con discrezione l’aveva mostrato al marito.

“All’inizio lui non disse niente”, ricorda Caleb. “Ma terminata la preghiera mattutina chiese che gli fossero portati il quaderno e la cintura”.

Caleb non ha scordato il bruciore, il metallo che fendeva l’aria prima di arrivare a colpirgli la testa. “Lo ricordo come fosse ieri”, dice. “Dopo un po’ ho afferrato la cintura e ho detto: ‘Papà, basta così’. Non riuscivo a trattenere le lacrime. Lui ha lasciato la cintura e mi ha preso a pugni: sulla schiena, sulle mani e poi sul labbro, che si è spaccato. In bocca il sangue s’impastava con la saliva. A un certo punto ho pensato quasi di essere diventato sordo”. Per il padre si trattava di salvare il figlio dal demonio. Per Caleb, era un esorcismo da demoni immaginari.

Gli eredi del professor Peller

La storia di Caleb è un esempio della strada difficile e a volte pericolosa battuta dai giovani maghi nigeriani che vogliono dedicarsi all’illusionismo strappandolo alle ombre della superstizione. Nella società nigeriana la magia è spesso associata al termine jazz, usato per parlare di ciò che è considerato oscuro o malvagio. I cristiani e i musulmani più estremisti la condannano come una grave trasgressione. Inoltre, anche se in gran parte del paese prevalgono le religioni abramitiche, le credenze tradizionali sono ancora radicate e non è raro trovare persone convinte che esistano individui dotati di poteri sovrannaturali, capaci di lanciare incantesimi e portare scompiglio nelle vite altrui.

Ma c’è chi comincia a ribellarsi. Una nuova generazione d’illusionisti rivendica la prestidigitazione come un’arte: non patti sinistri o maledizioni, solo tecnica. Nelle loro mani la magia abbandona i legami con lo spiritismo e diventa una coreo­grafia d’inganni e immaginazione praticata non in segreto, ma con l’intento di suscitare meraviglia.

Il mago Precious, che da tredici anni alterna gli spettacoli di magia a una carriera in ambito legale, sostiene che “a peggiorare la situazione sono anche quei colleghi che adottano un’estetica legata al sovrannaturale, pur sapendo che non c’entra niente. I nostri sono solo trucchi”.

Ma da sempre questi giochi, anche quando incantano e divertono il pubblico, generano sospetto. Il professor Peller fu un mago nigeriano leggendario, che incantava le folle negli anni settanta e ottanta con levitazioni e illusioni di smembramento. Era diventato un’icona nazionale, ma la sua abilità aveva causato sospetti. Anche i suoi abiti ricoperti di paillettes alimentarono le voci su presunte pratiche occulte, nonostante lui insistesse che era solo spettacolo.

Musulmano devoto, il professor Peller prese sempre le distanze dalla stregoneria, ma quando nel 1997 gli spararono durante la preghiera, i pettegolezzi non tardarono a circolare: omicidio, karma o caccia alle streghe? Molti pensarono che fosse stata la punizione per essersi spinto troppo in là.

I maghi di oggi percorrono lo stesso terreno accidentato. Yob the Cardist, uno studente universitario di 23 anni esperto in giochi con le carte, lo sa bene. Un pomeriggio, mentre faceva dei trucchi per le strade di Lagos, si è trovato circondato da una folla di scettici.

“Di solito vado in strada per esercitarmi e sorprendere il pubblico”, racconta. “Ho visto un gruppo di ragazzi, mi sono presentato e gli ho mostrato il mio primo trucco. Erano entusiasti, non credevano ai loro occhi”.

Il mago Felven Brain (Ogundipe Abayomi)

Ma l’euforia aveva presto lasciato spazio all’inquietudine. “Rifallo”, avevano chiesto con insistenza mentre la folla cresceva. Yob aveva obbedito e ripetuto il trucco una volta e un’altra ancora, finché tra la gente non era cresciuto un mormorio. “Dicevano che era jazz”, ricorda Yob. Normalmente avrebbe mantenuto il segreto, lasciando gli spettatori nel dubbio, ma quella volta non lo fece: in una città imprevedibile come Lagos temeva che le persone avrebbero reagito male. Così ha infranto la regola d’oro di ogni mago e ha rivelato il trucco. Solo a quel punto ha potuto allontanarsi senza problemi.

Caleb non è stato altrettanto fortunato. Dopo le botte il padre ha smesso di pagargli la retta della scuola sospettando che praticasse ancora la magia, e lui ha passato un periodo buio e solitario. “Stava per rinunciare”, racconta Precious.

Ma, mentre la famiglia lo respingeva, si è fatto avanti un gruppo di colleghi: la Lega dei maghi nigeriani, un collettivo formato da più di cento illusionisti che vuole dare alla magia un posto nell’arte, sottraendola alla superstizione. “Gli abbiamo inviato dei soldi e abbiamo mandato qualcuno a controllare che stesse bene”, ricorda Precious.

La Lega è nata nel 2019 dalla fusione di due gruppi: Magical minds (menti magiche), fondato nel 2014 da Olanrewaju Ige, detto Mastermind; e The sleights (i trucchi), creato nel 2018 da Damilola Fajemisin, Jemimah e Khel_Magic, un mago noto così sui social media.

“Abbiamo creato la lega per costruire una comunità, aiutare gli altri artisti, favorire le collaborazioni, uniformare le pratiche e dare un nuovo volto alla magia”, spiega Fajemisin.

Yob e il suo collega Ibu sono stati invitati a eseguire i loro trucchi in una diretta streaming su Twitch di Santi, un noto artista afropop

Acqua in vino

Fajemisin ha cominciato a fare giochi di prestigio a 13 anni. Com’è successo a molti altri maghi della Lega, la prima volta che aveva visto eseguire un trucco era rimasta affascinata.

“Il prestigiatore me lo insegnò e per me era diventato un’ossessione”, racconta. “Allora gli dissi: ‘Imparerò un trucco tutto mio e poi te lo mostrerò’. Arrivata a casa, passai ore su YouTube, a scoprire un trucco dopo l’altro”.

La famiglia di Fajemisin si mostrò sorprendentemente aperta: assisteva alle sue esibizioni improvvisate e incoraggiava la sua curiosità: “Ricordo di aver chiesto a mio padre di comprarmi un mazzo di carte su Amazon e lui l’ha ordinato”.

Dopo il liceo, però, gli impegni universitari e la difficoltà di studiare architettura l’hanno costretta a trascurare la sua passione.

In occidente gli spettacoli di magia sono diventati una forma d’intrattenimento che genera incassi milionari, ma in Nigeria è ancora tutto molto difficile. Negli Stati Uniti nel 2024 il giro d’affari di questo settore ha raggiunto i 394,6 milioni di dollari: comprende più di diecimila performer e quasi novemila attività commerciali. In tutto il mondo il mercato degli spettacoli di magia valeva 32,71 miliardi di dollari nel 2023, che secondo le previsioni di crescita diventeranno 49,68 miliardi entro il 2032. Questa solida infrastruttura ha portato alla ribalta illusionisti come lo statunitense David Copperfield, che ha un patrimonio personale stimato in un miliardo di dollari.

In Nigeria, invece, la magia non offre grandi opportunità e non riceve supporto dalle istituzioni, e questo limita la sua possibilità di crescere come forma d’arte. Sui social media, però, attira una crescente attenzione. Ci sono artisti che sono riusciti a raggiungere un pubblico più ampio, come Babs Cardini, che durante la pandemia di covid è diventato popolare con uno sketch in cui trasformava l’acqua in vino. Successivamente è comparso in una trasmissione della Bbc e oggi ha un suo spettacolo, , su YouTube. Anche il mago Felven Brain ha un suo programma sul canale televisivo Pop Central.

Un pubblico in espansione
Stime di crescita di alcuni settori dell’intrattenimento in Nigeria, milioni di dollari (Africa entertainment and media outlook 2024/2028)

Trasmissioni come il talent show De9jaSpirit talent hunt offrono agli intrattenitori meno convenzionali, accanto a musicisti e ballerini, la possibilità di esibirsi davanti a un pubblico nazionale. Nella terza stagione di questo talent è arrivato in finale l’illusionista Simply Smart Magician.

Yob e il suo collega Ibu sono stati invitati a eseguire i loro trucchi in una diretta streaming su Twitch di Santi, un noto artista afropop. Per Yob è stato “uno di quei momenti che sembrano irreali” perché è sempre stato un grande fan di Santi. Alla diretta erano presenti anche la cantante e produttrice Bloody Civilian e Odumodublvck, un rapper in cima alle classifiche. “Ha significato molto per me”, dice Yob.

Ono Macaulay, l’ex manager di Babs Cardini, svolge un ruolo centrale nel tentativo di far conoscere i prestigiatori in Nigeria. Lavora nell’intrattenimento da più di quindici anni e fin da bambino è affascinato dall’illusionismo.

“Non sono ancora abbastanza le piattaforme che riconoscono i maghi come parte del mondo dello spettacolo”, spiega. Spesso può essere d’aiuto nominare il professor Peller, il celebre pioniere che molti nigeriani delle generazioni precedenti avevano conosciuto nella loro infanzia. “L’effetto nostalgia attira alcuni. Sto organizzando un tour con i miei prestigiatori e spero che possa contribuire a cambiare le cose, una città alla volta”, osserva Macaulay.

Alcuni locali notturni assumono stabilmente dei prestigiatori, offrendogli delle opportunità di lavoro, ma la programmazione è ancora poco fitta: il settore avrebbe proprio bisogno di un trucco alla David Copperfield.

Inoltre tanti artisti faticano a procurarsi materiali di qualità, spesso perché i costi per importare i prodotti necessari per gli spettacoli azzerano i loro guadagni. “Nei primi cinque anni nel mondo della magia, non ho guadagnato un centesimo”, racconta Precious. “Quello che incassavo lo spendevo in attrezzature, spedizioni e strumenti per esercitarsi. Non è solo un’arte, è un mestiere che ha i suoi costi”.

In Nigeria i maghi più affermati possono guadagnare anche seicento euro a spettacolo, ma molti abbandonano prima di ottenere un ritorno economico, o preferiscono occupazioni più stabili e sicure dal punto di vista finanziario.

Caleb, però, dice di essere quasi riuscito a realizzare il suo sogno: ama il suo mestiere, il paese ne ha bisogno, guadagna abbastanza ed è molto bravo. Perfino il padre, che vedeva l’opera del diavolo dove c’erano solo abilità e astuzia, si sta ricredendo. I suoi pugni sono diventati pacche d’incoraggiamento. “Non è ancora venuto a vedere una mia esibizione”, racconta Caleb, “ma l’anno scorso ho fatto un numero per lui a casa e gli ho spiegato esattamente come funzionava”. ◆ vc

Tilewa Kazeem è un giornalista freelance di Lagos, in Nigeria, che scrive di cultura e società. Collabora con vari mezzi d’informazione internazionali, tra cui
The Guardian e Al Jazeera.

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Questo articolo è uscito sul numero 1622 di Internazionale, a pagina 61. Compra questo numero | Abbonati