Nel 2016 il regista Ezra Edelman ha cominciato a lavorare a un documentario sulla vita di Prince, in accordo con gli eredi e con accesso a centinaia di ore di materiale inedito. Il film è rimasto una leggenda di Holly­wood fino a che a febbraio Netflix, che aveva commissionato il progetto, ha annunciato che non uscirà mai. Secondo una nota della famiglia, la prima bozza della serie in nove puntate era piena d’invenzioni sulla vita dell’artista e per questo hanno deciso di bloccarne l’uscita. Dopo un mese Edelman ha raccontato la sua versione dei fatti nel pod­cast sportivo di Pablo Torre, e svela i retroscena della produzione delle biografie di artisti che negli ultimi anni hanno riempito le nostre piattaforme. Secondo il regista il punto di disaccordo non è l’accuratezza dei fatti, ma il contrario: quello che emergeva dal materiale che aveva a disposizione avrebbe creato un’immagine di Prince molto diversa da quella che gli eredi hanno interesse a diffondere. Per questo alla versione finale avevano risposto con un fascicolo di 17 pagine pieno di richieste di cambiamenti inaccettabili per il regista. In qualche modo, ricorda Edelman, il destino di questo documentario è coerente con la battaglia contro il controllo e la censura delle multinazionali a cui Prince stesso si era ribellato per tutta la sua carriera.

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Questo articolo è uscito sul numero 1621 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati