Ecco la superstrenna: la prima integrale italiana delle tavole del mitico Little Nemo in Slumberland di Winsor McCay pubblicate dal 1905 al 1911 sui supplementi domenicali a fumetti dei quotidiani statunitensi (grazie ai quali i giornali triplicavano le vendite), qui riunite in modo impeccabile e con saggi firmati dallo sceneggiatore e saggista Benoît Peeters, dal disegnatore François Schuiten, dallo storico Paul Gravett e dal critico Luca Raffaelli. Con le avventure di un bambino di cinque anni che ogni notte viaggia nel mondo dei sogni cercando d’incontrare la principessa del regno di Slumberland, McCay, prima di Disney, ha letteralmente forgiato l’immaginario americano del primo novecento. La sua incredibile forza e perizia grafica ha creato un mondo dove la meraviglia è inscindibile dall’inquietante, pur ipnotizzando i lettori, piccoli e grandi. Inoltre, nell’edificare un universo sempre instabile e mutevole, ha coinvolto all’ennesima potenza la tavola a fumetti e la sequenzialità. Infine, sconvolgendo (grazie anche al suo talento prospettico) la dimensione percettiva, ha anticipato Escher e il surrealismo, e ha inventato ben prima del tempo strumenti del linguaggio cinematografico come il grandangolo. Una rivoluzione concettuale di rara potenza, con cui McCay ha trasfigurato l’immaginario e l’iconografia di un’intera epoca: Little Nemo è un viaggio inquieto nel paese delle meraviglie.
Francesco Boille
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Questo articolo è uscito sul numero 1644 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati