Il conflitto al confine tra Thailandia e Cambogia rischia di allargarsi, tanto che la Malaysia ha posticipato una riunione straordinaria dei ministri degli esteri dell’Asean, l’Associazione delle nazioni del sudest asiatico, che doveva tenersi il 16 dicembre per discutere di un cessate il fuoco. Phnom Penh accusa Bangkok di aver attaccato una zona a 70 chilometri dal confine nella provincia di Siem Reap, dove si trova il tempio di Angkor Wat, scrive Nikkei Asia. Il tentativo del presidente statunitense Donald Trump di “risolvere”per la terza volta la questione con telefonate ai leader dei due paesi il 12 dicembre è fallito. Nel frattempo il primo ministro tailandese Anutin Charnvirakul ha sciolto le camere e indetto elezioni per febbraio. Un modo di superare il calo di consensi e trarre vantaggio dal sentimento nazionalista che il conflitto sta alimentando, scrive Nikkei Asia. Il 27 dicembre, scrive The Nation, il ministero della difesa tailandese ha detto che le condizioni del suo governo per un cessate il fuoco sono tre: la Cambogia dev’essere la prima a dichiararlo, dato che la Thailandia considera il paese un aggressore. Il cessate il fuoco dev’essere reale e duraturo, non una semplice pausa delle ostilità. E Phnom Penh deve collaborare alle operazioni di sminamento lungo il confine.
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Questo articolo è uscito sul numero 1645 di Internazionale, a pagina 22. Compra questo numero | Abbonati