Secondo i risultati ufficiali annunciati il 27 ottobre dal consiglio costituzionale del Camerun, il presidente Paul Biya, 92 anni, ha ottenuto un ottavo mandato con il 53,66 per cento dei voti, scrive Cameroon Tribune. Il risultato è contestato dai leader dell’opposizione, mentre alcuni gruppi della società civile hanno denunciato irregolarità nello scrutinio. Il quotidiano governativo mette in evidenza che il primo pensiero di Biya è stato per le persone morte nelle violenze postelettorali. Le prime proteste nel paese sono scoppiate pochi giorni dopo il voto del 12 ottobre, quando lo sfidante Issa Tchiroma Bakary si è autoproclamato vincitore. Si sono poi diffuse in varie città – Yaoundé, Douala e Garoua – dove sono state represse con violenza. Secondo l’ong Human rights watch le persone uccise, presumibilmente dalle forze di sicurezza, sono quattro, decine i feriti e centinaia gli arrestati. Biya, al potere dal 1982, è il più anziano capo di stato del mondo e solo il secondo presidente del Camerun dai tempi dell’indipendenza nel 1960. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1638 di Internazionale, a pagina 23. Compra questo numero | Abbonati
 
			 
                     
                     
                     
	                 
	                 
	                 
            