Come previsto dal piano del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, il 13 ottobre sono stati liberati dalle carceri israeliane 1.700 palestinesi arrestati nella Striscia di Gaza dopo il 7 ottobre 2023 e 250 condannati all’ergastolo per motivi di sicurezza, tra cui molti per attentati contro gli israeliani. Una parte dei prigionieri liberati è stata accolta con entusiasmo a Ramallah, nella Cisgiordania occupata, dove però le autorità israeliane avevano vietato celebrazioni di massa. Un gruppo di circa 150 è stato deportato in Egitto. “Molte famiglie hanno preferito non parlare, temendo rappresaglie”, racconta Al Quds al Araby. “La gioia del rilascio si è mescolata al dolore per l’esilio, che potrebbe significare non rivedere mai più i propri cari”.
Nella Striscia di Gaza le persone si sono riunite all’ospedale Nasser di Khan Yunis per ricevere i familiari. Al Araby al Jadid descrive l’arrivo degli autobus con a bordo le persone liberate, “la prima scena di gioia collettiva vissuta a Gaza dopo due anni di distruzione e massacri”. Il sito panarabo riferisce le denunce di condizioni di detenzione terribili: prigionieri bendati e ammanettati per mesi, torture fisiche e psicologiche, privazione di cibo e divieto di comunicare con l’esterno. “Molti genitori hanno riconosciuto a stento i figli, provati dalla detenzione”. Muhammad Abu Laban, infermiere dell’ospedale Al Shifa rapito mentre era in servizio, racconta le torture subite: “Ci consideravano combattenti e ci hanno picchiato fin dai primi momenti”. Muhammad al Shobaki, con il volto scavato e giallo, cammina tra la folla cercando i figli, di cui non ha mai ricevuto notizie: “Si sono accaniti contro di noi senza motivo”, ricorda. “In occasione dell’anniversario del 7 ottobre gli agenti israeliani hanno fatto irruzione nelle celle con i cani, hanno lanciato granate stordenti e ci hanno picchiato con i bastoni”. Per Muhammad Abu al Omrein, la libertà ha un sapore amaro, scrive ancora Al Araby al Jadid: “Appena arrivato alcuni parenti gli sono andati incontro per dirgli che tutti i suoi figli erano stati uccisi e la sua casa distrutta”.
◆ Gli aiuti umanitari stanno tornando nella Striscia dopo mesi di blocco imposto da Israele. Il 12 ottobre sono entrati 400 camion della Croce rossa egiziana carichi di provviste e altri cinquanta che trasportavano carburante. Le agenzie delle Nazioni Unite e la Croce rossa hanno però avvertito della necessità di aumentare le consegne per alleviare la carestia in corso nel territorio, riferisce Al Monitor. Il 14 ottobre le autorità israeliane hanno bloccato temporaneamente l’ingresso degli aiuti in risposta alla lentezza di Hamas nel consegnare i corpi degli ostaggi morti.
◆Nei giorni successivi all’entrata in vigore del cessate il fuoco, Hamas ha schierato i suoi miliziani nel nord della Striscia nel tentativo di riprendere il controllo del territorio. Nella città di Gaza ci sono stati scontri con esponenti della potente famiglia Dughmush, che da tempo ha relazioni tese con Hamas, e ci sono stati morti da entrambe le parti. Hamas ha inoltre preso di mira chi considera “collaborazionisti e traditori”, cioè le milizie e i gruppi armati sostenuti da Israele e coinvolti nei furti di aiuti. Nelle settimane passate questi gruppi, in particolare le cosiddette Forze popolari, sotto il comando di Yasser Abu Shabab, avevano preso il controllo di parti del territorio. Sono state denunciate sparatorie ed esecuzioni in varie zone.
◆Il 12 ottobre il giornalista Saleh Aljafarawi, noto per i suoi video sulla guerra, è stato ucciso da combattenti di una milizia mentre stava seguendo gli scontri nel quartiere Sabra della città di Gaza. Mondoweiss, sito specializzato sulla Palestina, sottolinea che l’uccisione di Aljafarawi solleva molti interrogativi “sullo stato di caos e illegalità che si sta diffondendo nella Striscia”.
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it
Questo articolo è uscito sul numero 1636 di Internazionale, a pagina 18. Compra questo numero | Abbonati