Una volta il famoso telecronista sportivo Howard Cosell si chiese: “Il football è un gioco o una religione?”. L’horror di Justin Tipping (prodotto da Jordan Peele) considera l’idea dello sport come religione così ovvia che si preoccupa più che altro di stabilire se si tratta di un culto dell’eroe o di una setta sinistra. Sin da bambino Cameron (Withers) idolatra il quarterback Isaiah White (Wayans). Una volta cresciuto e diventato una star del football universitario, è addirittura in lizza per prendere il suo posto. Un violento incidente mette tutto in discussione, ma Isaiah, leggenda vivente ancora alla guida della sua squadra, si offre di garantire per il ragazzo se supererà un ritiro nella sua misteriosa tenuta in mezzo al deserto. Il film è realizzato con grande stile. Ogni inquadratura è sbalorditiva, montaggio e fotografia sono brillanti, la musica è fragorosa. Invece le riflessioni sul dolore, la dedizione e la manipolazione sono poco coerenti e forse andrebbero rivisti.
Amy Nicholson, Los Angeles Times
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Questo articolo è uscito sul numero 1634 di Internazionale, a pagina 90. Compra questo numero | Abbonati