Agli arresti domiciliari da marzo, il vicepresidente sudsudanese Riek Machar ( nella foto ) è stato sospeso dall’incarico l’11 settembre dopo essere stato incriminato per omicidio, tradimento e crimini contro l’umanità. Le accuse riguardano un attacco contro una base militare condotto a marzo dall’Esercito bianco, una milizia formata da combattenti di etnia nuer, fedeli a Machar. Come scrive Radio Tamazuj, sono passati sette anni dalla firma dell’accordo di pace tra Machar e il presidente Salva Kiir che mise fine alla guerra civile scoppiata nel 2013, subito dopo l’indipendenza. Ma i due leader politici non hanno mai ricucito i loro rapporti.
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Questo articolo è uscito sul numero 1632 di Internazionale, a pagina 32. Compra questo numero | Abbonati