Forse negli ultimi quindici anni i BaianaSystem sono diventati uno dei gruppi musicali più importanti del Brasile. È impossibile ignorare quello che ha costruito la band di Bahia, guidata da Roberto Barreto e Russo Passapusso insieme a SekoBass, Filipe Cartaxo e Claudia Manzo. Il loro impatto va oltre i dischi: ovunque vadano, i Baiana coinvolgono persone di tutte le classi sociali e generazioni. Il segreto è la trasformazione di sonorità già radicate nella musica brasiliana. “Suoniamo samba-reggae, frevo. Tutto quello che c’era già,” spiega Barreto. “Lo rimpacchettiamo, lo mescoliamo. È rock, è guitarrada, è un po’ di tutto”. Questa pluralità nasce anche dall’universo afro-bahiano del carnevale, ma si arricchisce di chitarre più dure, creando un suono che abbraccia stili diversi. Lo stesso impatto si è sentito in Europa, dove di recente la band è passata da Regno Unito, Germania, Spagna e Paesi Bassi. I concerti fondono brani di vari album, incluso l’ultimo O mundo dá voltas. Ogni show è diverso. L’improvvisazione è centrale: Russo guida il concerto interagendo con il pubblico, aprendo spazi jazzistici. Intona slogan sull’identità latinoamericana e indigena. Così i BaianaSystem non solo fanno ballare, ma fanno riflettere su temi politici, sociali e ambientali. Il loro percorso è stato riconosciuto anche da figure come Gilberto Gil e Daniel Ganjaman. È la prova che la cultura brasiliana è viva, plurale e universale.
Adailton Moura,
Sounds and Colours

BaianaSystem (Filipe Cartaxo)

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Questo articolo è uscito sul numero 1632 di Internazionale, a pagina 92. Compra questo numero | Abbonati