Se condividete l’opinione secondo cui le Stagioni di Čajkovskij sono più adatte al consumo domestico che alla sala da concerto, preparatevi a una sorpresa. È interessante che negli ultimi anni Pavel Kolesnikov, Bruce Liu e ora Yunchan Lim, tutti vincitori di concorsi di alto profilo, abbiano registrato Le stagioni, come se volessero sfuggire all’idea di virtuosismo adrenalinico che potrebbe derivare dal loro successo in competizione. In quest’ultima uscita il pedale asciutto e la sonorità brillante di Yunchan Lim dimostrano forza tecnica e lucidità. C’è un tocco selvatico dietro l’esplosione iperattiva di Agosto, mentre in Giugno l’attenzione rimane nitida come un’abbagliante luce bianca: non c’è tempo per la distanza o la nostalgia, ma c’è “qualcosa che ci ribolle dentro”. Pochi giovani pianisti hanno dimostrato una sicurezza così incrollabile, forse nessuno. L’aria timida e riservata di Lim nasconde un temperamento di fuoco e ghiaccio, sostenuto da una prodigiosa padronanza di sé e un’energia prorompente.
Bryce Morrison, International Piano

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Questo articolo è uscito sul numero 1630 di Internazionale, a pagina 94. Compra questo numero | Abbonati