Un piccolo studio pubblicato su arXiv, in attesa di revisione, ha analizzato gli effetti cognitivi della scrittura assistita dall’intelligenza artificiale (ia), monitorando l’attività cerebrale di alcuni studenti impegnati nella produzione di un testo, con o senza l’aiuto di ChatGpt o di un motore di ricerca. L’elettroencefalogramma ha rilevato una minore attività cerebrale tra chi usava ChatGpt, mentre chi scriveva senza nessun sostegno mostrava un maggiore coinvolgimento cognitivo e ricordava meglio i contenuti elaborati. Per gli autori l’uso dell’ia rischia di ridurre l’allenamento creativo del cervello, ma servirebbero studi più approfonditi prima di trarre qualsiasi conclusione.

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Questo articolo è uscito sul numero 1621 di Internazionale, a pagina 96. Compra questo numero | Abbonati