The tourist è lei. Una ragazza bionda, anzi biondissima, in vacanza. Al sole del Messico, a Cancun, o a Miami. The tourist indossa gonne corte e attillate dai colori accesi, soprattutto l’arancione e il rosa, o costumi da bagno sofisticati, dalle tinte vivaci o con motivi coccodrillo. Porta anche pantaloni o abiti, sempre attillati, maculati o dorati, che mettono in risalto il suo fisico. Le piace essere circondata da uomini, per lo più culturisti abbronzati e un po’ tatuati, ma apprezza anche la compagnia di signori dai capelli bianchi, di ragazzi barbuti o di tipi più convenzionali. Uomini che avvicina stando pericolosamente in equilibrio su scarpe dai tacchi altissimi a bordo piscina e che non sembrano turbati dalle sue unghie di volta in volta rosa, blu, verdi, dorate o decorate, talmente lunghe da sembrare veri e propri artigli.
Ma The tourist è anche Kourtney Roy. Una canadese nata nel 1981 a North Bay, in Ontario, in piena foresta, da una famiglia di camionisti e di taglialegna, e che da una ventina d’anni si è trasferita a Parigi, dove lavora come fotografa e regista indipendente. Roy ha studiato all’Emily Carr university of art and design di Vancouver, poi all’École nationale supérieure des beaux-arts di Parigi, e ha realizzato diversi progetti nel campo della moda e della pubblicità. Ha sempre voluto lavorare nel mondo dell’immagine, e ha cominciato molto presto come assistente in Canada e poi a Parigi, mentre sviluppava le sue ricerche personali.
Kourtney Roy è al tempo stesso modella e ideatrice, creatrice di una fiction per immagini in cui mette in scena i suoi personaggi “volgari ed esagerati”. Anche se l’ironia graffiante e la parrucca bionda tornano costantemente nelle sue serie, caratterizzate da un glamour caricaturale, quello che colpisce è soprattutto il lavoro sul colore. In The tourist è sgargiante, una sorta di scenografia esagerata di una pubblicità per vacanze da sogno. Ma talvolta questo colore può essere anche più sfumato, quasi nostalgico. “Lavoro sempre a colori. Il bianco e nero non mi interessa. Mi piace il lavoro di chi usa il bianco e nero, ma per me il colore ha un effetto onnipresente e magico sulla nostra visione del mondo”, racconta.
Come in un film
L’altra ispirazione, per lei che ama interpretare dei ruoli davanti all’obiettivo, è il cinema. Quando non lavora, Kourtney Roy “guarda almeno un film al giorno” con una preferenza per i film horror, i thriller e il cinema degli anni ottanta. Del resto il suo primo film, Kryptic, uscito di recente in Canada dopo essere stato notato ai vari festival dove era stato proiettato, è un thriller horror che si svolge in una misteriosa foresta.
Questa divoratrice di film adotta una pratica molto particolare: realizza continuamente dei fermi immagine. “Il fermo immagine ha una grande influenza sul mio lavoro. Sono affascinata dalla contraddizione di un’immagine che può essere al tempo stesso fissa e in movimento. In particolare, la scelta di un’inquadratura consente più forme di contemplazione iconografica di quello che si può osservare quando si guarda una scena nella realtà. C’è poi un’ambiguità aneddotica che nasce quando un’immagine è estrapolata dal suo contesto; la narrazione diventa indefinita, aprendo a un numero infinito di scenari possibili. Cerco di affrontare l’immagine fingendo che il mondo abbia il potere segreto di trasformarsi improvvisamente in un film. Questo aggiunge tensione al mio lavoro e la narrazione diventa incerta”.
Kourtney Roy ha una relazione particolare con l’Italia, un paese che ama moltissimo, “elegante e trash al tempo stesso”. Qui ha realizzato tante foto raccolte in un piccolo libro, Trashissima, dove posa, sempre bionda, attraente e sexy, con calze a rete e abiti provocanti, sulla spiaggia o sulla riva del mare con i tacchi alti. Quando ha vinto il premio Swiss life à 4 mains, che associa un fotografo e un musicista, ha trascinato Mathias Delplanque in una Rimini fuori stagione, svuotata di turisti, e in uno stabilimento balneare hanno creato un Last paradise pieno di nostalgia. L’artista ha appena concluso una residenza a Napoli su invito della Spot home gallery e si è messa in scena in vari luoghi ignorando i monumenti e i circuiti turistici.
“La città è piena di dettagli che possiamo osservare, per esempio in una pescheria, in un bar o lungo una ferrovia. Mi piace la banalità e questa architettura così particolare. Mi piacciono i luoghi dimenticati, abbandonati. Sono sempre stata molto ispirata da fotografi come Lewis Baltz, Robert Adams e William Eggleston; trattano i paesaggi con un’oggettività democratica, dove qualunque cosa diventa un soggetto, come i sobborghi delle città e le case prefabbricate. Questo ricorda i primi coloristi di cui apprezzo molto il lavoro come Stephen Shore, Joel Sternfeld, Eggleston. Sono anche ispirata da Diane Arbus, Garry Winogrand e da molti fotografi concettuali canadesi come Jeff Wall. Inoltre per me Napoli è un grande set cinematografico”.
Per The tourist l’artista ha organizzato in via del tutto eccezionale dei casting per trovare accompagnatori e donne che nelle foto diventano le sue amiche. Di solito però preferisce lavorare da sola: “I miei lavori sono per la maggior parte autoritratti. Mi ispiro molto al mondo drag. Nella vita quotidiana non sono molto femminile, ma mi piace l’esagerazione della femminilità e trovo appagante incarnare un personaggio. In un certo senso è un gioco tra l’assenza e la presenza di me stessa che mi permette d’interpretare ruoli e personaggi diversi. Nascondendo l’identità del modello si ottiene una sorta di anonimato. Questo crea una situazione ambigua in cui il mistero permette di proiettarsi attraverso una figura sconosciuta”.
Queste immagini fisse di un film che non esiste e che sembrano presentare un mondo ideale mostrano diversi elementi che disorientano. La maschera subacquea sopra una bocca da cui pende una sigaretta; le ciabattine con la pelliccia rosa a bordo piscina o il gelato che si scioglie su gioielli falsi sono tutti elementi che Kourtney Roy aggiunge per far esplodere l’immagine, per aggredirla con un grande sorriso sarcastico.
Si capisce molto bene che la fotografa si diverte: “La cosa importante è dare forma ai segreti interiori, creare degli universi paralleli. Credo che nessuno abbia una sola identità; siamo più complessi e più multidimensionali di quello che sembra. E la fotografia permette proprio di mettere in campo queste parti nascoste. Ho la fortuna di vivere due vite completamente diverse e questo mi piace molto”. ◆ adr
◆ The tourist di Kourtney Roy è in mostra all’Ancien collège Mistral nell’ambito della 56a edizione delle Rencontres d’Arles, in programma dal 7 luglio al 5 ottobre. Il libro omonimo è pubblicato dall’editore André Frère, che di recente ha dato alle stampe anche Trashissima. La serie Last paradise, realizzata con il compositore Mathias Delplanque e vincitrice del Prix Swiss life à 4 mains, è in mostra fino al 20 settembre al Jeu de Paume-Château de Tours, a Tours. Il libro, edito da Éditions Filigranes, è accompagnato da un cd o da un vinile. A novembre 2025, in concomitanza con Paris Photo, la galleria Les filles du calvaire di Parigi dedicherà una grande mostra all’artista. Il suo lavoro su Napoli sarà invece esposto all’Home spot gallery di Napoli nel febbraio 2026.
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Questo articolo è uscito sul numero 1621 di Internazionale, a pagina 64. Compra questo numero | Abbonati