◆ La rimozione dell’anidride carbonica dall’atmosfera sta progredendo troppo lentamente per poter svolgere un ruolo significativo nella lotta al cambiamento climatico, scrive New Scientist. Nel 2018 un rapporto del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (Ipcc) ha avvertito che per rispettare l’obiettivo di limitare l’aumento delle temperature a 1,5 gradi sarebbe stato necessario rimuovere da cento a mille miliardi di tonnellate di anidride carbonica dall’atmosfera entro la fine del secolo. Da allora sono state sperimentate diverse tecnologie, come la cattura diretta dall’aria attraverso l’uso di reagenti chimici, lo spargimento di minerali sui terreni agricoli o la trasformazione delle biomasse in composti stabili. Entro la fine del 2025 l’anidride carbonica rimossa con queste tecniche dovrebbe arrivare a un milione di tonnellate. Ma questo equivale a cancellare appena 13 minuti di emissioni globali, e al ritmo attuale appare decisamente improbabile raggiungere i cinque miliardi di tonnellate all’anno entro il 2050, la soglia minima stimata da un altro rapporto dell’Ipcc del 2022. Uno dei principali ostacoli è l’insufficienza dei finanziamenti, che si basano in gran parte sulla vendita di crediti di emissione. Molte aziende hanno espresso l’intenzione di usare questi strumenti per raggiungere i loro obiettivi di decarbonizzazione, ma finora la domanda è stata inferiore alle aspettative, e con l’elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti sembra essere calata ulteriormente.

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Questo articolo è uscito sul numero 1617 di Internazionale, a pagina 114. Compra questo numero | Abbonati