Un’indagine del governo sull’uso di internet ha rilevato che, tra i giapponesi che si sono imbattuti in informazioni false online, quasi la metà ci ha creduto e circa un quarto le ha diffuse, scrive lo Yomiuri Shimbun. L’indagine ha sottoposto a 2.820 uomini e donne dai 15 anni in su 15 esempi di disinformazione o di notizie false circolate nel paese. Il 47,7 per cento degli intervistati ha risposto che erano notizie “vere” o “probabilmente vere”. Il 25,5 per cento ha risposto di aver diffuso l’informazione, raccontandola ai familiari o pubblicandola sui social media. Quanto alle ragioni della condivisione, il 27,1 per cento degli intervistati l’ha fatto perché “il contenuto era sorprendente”, il 22,7 per cento perché “era un trend topic” e il 7,4 per cento “per aumentare il numero di follower”. Il 36,9 per cento degli intervistati ha scoperto che si trattava di notizie false attraverso la tv e i giornali. “È la prova che bisogna migliorare l’alfabetizzazione online”, ha dichiarato il ministro delle co municazioni Seiichiro Murakami.

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Questo articolo è uscito sul numero 1617 di Internazionale, a pagina 35. Compra questo numero | Abbonati