Gli Stati Uniti hanno un problema con la gerontocrazia. L’attuale presidente, il repubblicano Donald Trump, e il suo predecessore, il democratico Joe Biden, sono i due uomini più anziani ad aver avuto l’incarico di guidare il paese in 236 anni di storia. Nancy Pelosi è stata la leader dei democratici al congresso fino all’età di 82 anni, e ancora oggi, a 85 anni, occupa un seggio in parlamento. È innegabile che alcune persone, compresi i politici, siano in piena salute fisica e mentale anche dopo gli ottant’anni. Il senatore democratico Bernie Sanders, per esempio, non dà alcun segno di declino nonostante i suoi 83 anni. Ma è altrettanto innegabile che la politica statunitense ha vissuto una lunga serie di momenti imbarazzanti a causa di leader rimasti aggrappati alla poltrona per troppo tempo. La parlamentare repubblicana Kay Granger ha mantenuto il suo ruolo all’interno di un’importante commissione anche dopo essere entrata in una struttura che offre assistenza a persone colpite da demenza.
Il caso più noto, e anche il più dannoso, è quello di Biden. Un libro ha svelato fino a che punto il declino fisico e cognitivo dell’ex presidente sia stato nascosto da familiari e collaboratori. È un racconto fatto di arroganza, inganno e vigliaccheria politica che getta un’ombra sul Partito democratico e lascia una macchia sulla lunga carriera di Biden. Dopo i risultati positivi alle elezioni di metà mandato del 2022, Biden e la sua cerchia si erano convinti che solo lui avrebbe potuto battere Trump e hanno fatto il possibile per nascondere le sue carenze sempre più gravi. Ma l’opinione pubblica non si è fatta ingannare. Mentre la campagna elettorale proseguiva, i sondaggi dimostravano che gli elettori, compresi i democratici, ritenevano Biden troppo vecchio. Eppure quel piano fallimentare è andato avanti, fino alla disastrosa prestazione al primo dibattito televisivo con Trump. Solo allora i vertici del partito hanno convinto Biden a ritirarsi. Ma a quel punto era troppo tardi.
La notizia che Biden è affetto da un cancro alla prostata in stato avanzato, arrivata il 18 maggio, ha naturalmente suscitato una grande solidarietà. Ma la compassione non può cancellare gli interrogativi sulla sua condotta. Negli ultimi decenni i due partiti tradizionali sono stati svuotati, mentre la polarizzazione geografica e una quantità oscena di finanziamenti hanno reso molti politici immuni a qualsiasi sfida. Il risultato è drammatico: stagnazione, corruzione, demagogia e disillusione. La più antica democrazia rappresentativa del mondo è malata, e oggi nulla lascia pensare che ci sia una cura a portata di mano. ◆ as
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Questo articolo è uscito sul numero 1615 di Internazionale, a pagina 19. Compra questo numero | Abbonati