Dal 7 ottobre gli ebrei francesi rivivono l’inquietudine scatenata da ogni nuova esplosione del conflitto in Medio Oriente: l’ostracismo, l’accusa alla loro comunità di essere corresponsabile di violenze che avvengono altrove e la sensazione di pericolo di fronte all’aumento di atti d’odio e attacchi.
Secondo gli esperti, l’aumento dell’antisemitismo in Francia risale all’inizio della seconda intifada palestinese, nel 2000. È sbagliato però considerare questo fenomeno un fatto isolato, legato ai regolari picchi di violenza in Medio Oriente. L’antisemitismo, nelle sue varie forme, si è radicato nella nostra società. A quello dell’estrema destra che, nonostante la sua nuova veste, non ha rinnegato del tutto il dna delle origini, si sono aggiunte le ambiguità o le derive di una parte dell’estrema sinistra, sotto la maschera dell’antisionismo, e l’antisemitismo dell’islam radicale.
La preoccupazione degli ebrei francesi è amplificata da un senso d’isolamento e abbandono generato dalla crescente indifferenza della società. Dopo una prima ondata d’indignazione, negli anni i cittadini disposti a protestare contro i crimini antisemiti sono diminuiti, come se assistessimo a una banalizzazione di questa violenza. Sempre più spesso gli ebrei sono soli nella loro protesta. Gli attacchi di Hamas del 7 ottobre, senza precedenti per dimensioni e ferocia, e le reazioni globali alla risposta smisurata e indiscriminata di Israele nella Striscia di Gaza hanno generato un’altra paura: il ritorno in Israele non è più un rifugio. Dagli anni duemila, dopo ogni esplosione di violenza antisemita in Francia, un crescente numero di ebrei ha scelto di stabilirsi in Israele. Oggi neanche Israele è più in grado di garantire la loro sicurezza.
L’intensificarsi dell’antisemitismo non è un fenomeno solo francese. Negli Stati Uniti, nel Regno Unito e anche in Germania sono aumentati gli incidenti e le aggressioni, e l’intolleranza nel dibattito intellettuale. Ma la Francia non può trovare in questo una scusa: ospita la più grande comunità ebraica d’Europa, la terza al mondo dopo Israele e Stati Uniti. Gli ebrei francesi fanno parte dell’identità e della storia del paese. È inammissibile che una parte della nazione diventi bersaglio di campagne di odio e viva nella paura.
Tutta la società francese deve tornare a mobilitarsi partendo dai suoi valori fondamentali e deve ricordare, in particolare attraverso la scuola, che l’antisemitismo, come il razzismo, è inaccettabile. ◆ gim
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Questo articolo è uscito sul numero 1537 di Internazionale, a pagina 21. Compra questo numero | Abbonati