L’arrivo in Sudafrica di 153 palestinesi a bordo di un aereo, la settimana scorsa, “è sospetto e rivela una chiara volontà di espellere i palestinesi dalla Striscia di Gaza e dalla Cisgiordania”, ha affermato il 18 novembre il ministro degli esteri sudafricano Ronald Lamola.

“Il Sudafrica è fermamente contrario a questo piano di espulsioni e non è disposto ad accettare nuovi voli”, ha dichiarato.

I 153 palestinesi erano arrivati il 13 novembre a Johannesburg a bordo di un volo charter, senza timbro di partenza sui loro passaporti. Secondo i membri del gruppo, il viaggio era stato organizzato da un’oscura organizzazione chiamata Al Majd.

“Riteniamo che l’arrivo del gruppo faccia parte di un piano più ampio per trasferire i palestinesi in varie regioni del mondo”, ha affermato Lamola.

Il 14 novembre il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa si era impegnato a fare chiarezza sulla vicenda.

I 153 palestinesi – uomini, donne e bambini – erano rimasti bloccati in aereo per più di dodici ore ed erano stati autorizzati dal ministero dell’interno a sbarcare solo dopo che l’ong sudafricana Gift of the givers si era impegnata a occuparsi di loro e a dargli ospitalità.

Secondo l’ong, i palestinesi hanno pagato circa duemila dollari a testa ad Al Majd per il viaggio e non sapevano che sarebbero andati in Sudafrica.

“Gli è stato semplicemente detto che sarebbero sbarcati in un paese disposto ad accoglierli. Alcuni di loro pensavano di andare in Indonesia, Malaysia o India”, ha dichiarato all’Afp Sarah Oosthuizen, rappresentante dell’ong.

Khalid Vawda, del gruppo filopalestinese Social intifada di Johannesburg, ha affermato che i membri del gruppo hanno versato il denaro su un conto e poi gli è stato detto di aspettare l’annuncio della partenza, che sarebbe arrivato con un giorno di preavviso.

“Sono stati portati al valico di Kerem Shalom (tra la Striscia di Gaza e Israele, ndr), dove hanno dovuto lasciare tutto tranne i telefoni cellulari, i vestiti che indossavano e il denaro contante in loro possesso”, ha dichiarato.

L’aereo è poi partito dall’aeroporto di Eilat, nel sud d’Israele, ed è atterrato a Nairobi in Kenya, dove i palestinesi sono stati trasferiti su un secondo velivolo.

Dei 153 palestinesi arrivati a Johannesburg il 13 novembre, 130 hanno lasciato l’aeroporto mentre 23 hanno fatto sapere di volersi imbarcare per altre destinazioni, secondo la polizia di frontiera.

Il 13 novembre, intervistato dall’emittente pubblica Sabc, il fondatore dell’ong Gift of the givers, Imtiaz Sooliman, aveva rivelato che un primo volo con a bordo 176 palestinesi era già arrivato a Johannesburg il 28 ottobre.

L’Afp ha cercato di contattare l’organizzazione Al Majd, ma nessuno dei numeri presenti sul sito web risulta attivo. Nello scorso fine settimana le autorità israeliane hanno dichiarato all’Afp che i 153 palestinesi erano stati autorizzati a lasciare Gaza dopo aver ricevuto “il via libera di un paese terzo disposto ad accoglierli”, senza fornire ulteriori dettagli.

La guerra nella Striscia di Gaza ha suscitato forti emozioni in Sudafrica, il cui governo è un grande sostenitore della causa palestinese anche se il paese ospita la più grande comunità ebraica dell’Africa subsahariana.

Alla fine del 2023 Pretoria aveva presentato una denuncia per genocidio contro Israele alla Corte internazionale di giustizia (Cig).