Più di 150 palestinesi, rimasti bloccati per oltre dodici ore su un aereo all’aeroporto internazionale di Johannesburg, sono stati autorizzati a sbarcare la sera del 13 novembre, secondo quanto riferito da fonti ufficiali.
I 153 palestinesi erano atterrati alle 8 di mattina all’aeroporto O. R. Tambo a bordo di un volo charter della compagnia sudafricana Global Airways, proveniente dal Kenya, secondo un comunicato della polizia di frontiera.
I palestinesi – uomini, donne e bambini – non erano stati autorizzati a sbarcare perché sui loro passaporti non c’era il timbro di partenza, ha affermato la polizia di frontiera, precisando che nessuno di loro “ha manifestato l’intenzione di chiedere asilo in Sudafrica”.
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In serata il ministero dell’interno ha autorizzato lo sbarco dopo che l’ong sudafricana Gift of the givers si era impegnata a occuparsi dei palestinesi e a dargli ospitalità.
A quel punto centotrenta palestinesi hanno lasciato l’aeroporto mentre altri 23 hanno fatto sapere di volersi imbarcare per altre destinazioni, secondo la polizia di frontiera.
Rimane però il mistero sull’aeroporto d’origine dei palestinesi, sull’itinerario dell’aereo e sui motivi dello scalo in Kenya.
Intervistato dall’emittente pubblica Sabc, il fondatore di Gift of the givers, Imtiaz Sooliman, ha spiegato di non sapere chi avesse noleggiato l’aereo e ha rivelato che un primo volo con a bordo 176 palestinesi era atterrato a Johannesburg il 28 ottobre. “Alcuni di loro avevano poi raggiunto altri paesi”, ha dichiarato.
“I membri di questo primo gruppo ci avevano detto che i loro familiari li avrebbero raggiunti a bordo di un secondo aereo”, ha spiegato.
“Ma il governo deve indagare sulla vicenda: com’è possibile che queste persone arrivino in Sudafrica senza timbro di partenza sul passaporto? Israele non li ha timbrati, quindi immagino che stiano viaggiando illegalmente”, ha concluso.
La guerra nella Striscia di Gaza ha suscitato forti emozioni in Sudafrica, il cui governo è un grande sostenitore della causa palestinese anche se il paese ospita la più grande comunità ebraica dell’Africa subsahariana.
Alla fine del 2023 Pretoria aveva presentato alla Corte internazionale di giustizia (Cig) una denuncia per genocidio contro Israele.