L’arte di Frida Kahlo (1907-1954) è nota a livello internazionale, i suoi quadri sono esposti nei musei di tutto il mondo, le sue opere sono state vendute per cifre milionarie e il suo viso è diventato un simbolo universale dell’identità messicana. Ma è soprattutto nel quartiere di Coyacán, la zona di Città del Messico dove l’artista è nata e cresciuta, che si trova la sua storia più intima e familiare e dove alla fine di settembre è stato inaugurato un nuovo spazio espositivo, il museo Casa Kahlo, o Casa roja (casa rossa), il colore che simboleggia “il cuore della famiglia Kahlo”, come ha raccontato la pronipote della pittrice Mara Romeo, 72 anni, al quotidiano La Jornada. Aggiungendo: “Se nella Casa azul abbiamo conosciuto la Frida artista e combattente, qui la incontriamo tra i suoi affetti che l’hanno resa la persona che è stata”. La Casa azul, che si trova a pochi isolati dal nuovo museo, è il posto in cui Frida nacque e morì e dove visse con il marito e pittore Diego Rivera.
In un reportage su Le Monde, la corrispondente Anne Vigne racconta la visita al nuovo spazio espositivo e alcune polemiche di cui in Messico si è parlato poco. All’ingresso un cartello recita: “Questa casa è stata la casa della famiglia Kahlo per quattro generazioni”. Mara de Anda, la figlia di Mara Romeo, mostra le fotografie dei genitori e delle tre sorelle di Frida Kahlo e spiega: “Le Kahlo si riunivano in soggiorno e in cucina, il luogo più emblematico delle famiglie messicane”. Durante i lavori di restauro, proprio nella cucina è apparso un affresco attribuito alla pittrice, El mesón de los gorriones, La locanda dei passeri, datato 1949. E la cantina, a cui si accede attraverso una stretta scala, viene descritta dalle nipoti di Kahlo come “il luogo segreto, dove Frida andava a rifugiarsi, lontano dai problemi con il marito”.
La maggior parte dei giornali ha presentato la nuova casa museo come quella della famiglia Kahlo. Ma questa versione è inesatta o comunque molto romanzata: è infatti accertato che la Casa roja non è mai stata la dimora della famiglia della pittrice, ma solo quella di Cristina, l’unica sorella di Frida ad aver avuto figli (tra cui Isolda, la madre di Mara Romeo). I genitori dell’artista, Matilde Calderón González e il fotografo Guillermo Kahlo, non hanno mai vissuto lì. La loro vita e quella delle loro quattro figlie si sono svolte nella Casa azul, fino alla morte della madre, nel 1932. Dalle lettere di Frida e dalle pagine del suo diario sappiamo che fu soprattutto la sorella Cristina ad andarla a trovare nella Casa azul quando lei a 18 anni, dopo un gravissimo incidente stradale, fu costretta a lungo a letto per le fratture multiple riportate alla colonna vertebrale e al bacino.
Se la versione secondo cui la Casa roja era la dimora della famiglia Kahlo in Messico è stata contestata solo all’interno di una cerchia ristretta di persone, senza sollevare troppo clamore, l’attribuzione dell’affresco ha suscitato più polemiche. A ottobre il quotidiano Reforma ha consultato due storici dell’arte studiosi dell’opera di Kahlo secondo cui nel 1949, anno in cui in teoria Frida avrebbe dipinto l’affresco, la sua salute si era aggravata al punto che le sarebbe stato impossibile salire su una scala per realizzare l’opera.
Inoltre, gli esperti sottolineano che Kahlo si era sempre dedicata solo a dipingere quadri di piccole e medie dimensioni, e non aveva mai studiato né padroneggiato la tecnica dell’affresco. I due storici dell’arte mettono in discussione anche il racconto della cantina come suo rifugio personale: un luogo umido, stretto e polveroso che difficilmente è immaginabile come il rifugio scelto da una persona malata in cerca di tranquillità. La casa e tutto quello che contiene, concludono gli esperti, possono piacere al grande pubblico, ma proprongono dei falsi che solo gli specialisti sono in grado di individuare.
Secondo Le Monde per immergersi nell’universo artistico e personale di Frida Kahlo è più interessante andare nella Casa azul o visitare il museo Dolores Olmedo, che ospita una delle più importanti collezioni al mondo della pittrice messicana e di Diego Rivera. Chiuso nel 2020 a causa della pandemia, il museo dovrebbe riaprire l’anno prossimo.
Questo testo è tratto dalla newsletter Sudamericana.
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