◆ La settima edizione del rapporto Global environment outlook (Geo) è stata oggetto dell’ennesimo scontro tra la comunità scientifica e gli stati che si oppongono all’abbandono dei combustibili fossili. Il documento, realizzato da quasi trecento scienziati per conto del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, contiene una valutazione approfondita dello stato di salute degli ecosistemi globali, minacciati dalla combinazione tra cambiamento climatico, perdita di biodiversità e inquinamento. Gli autori sottolineano che la produzione di alimenti, energia e beni di consumo richiede una quantità insostenibile di risorse, formulando una serie di raccomandazioni, tra cui il rapido abbandono del carbone, del petrolio e del gas e una drastica riduzione dei sussidi ai combustibili fossili, all’estrazione mineraria e alle pratiche agricole dannose. Normalmente i punti chiave del rapporto sono approvati dai paesi dell’Onu e inseriti in un “riassunto per i decisori”. Ma durante una riunione che si è svolta a ottobre gli Stati Uniti, la Russia, l’Arabia Saudita e altri paesi hanno definito inaccettabili le conclusioni degli scienziati, che si sono rifiutati di ritrattare. Di conseguenza, per la prima volta dal 1997 il Geo è stato pubblicato senza il riassunto e senza l’approvazione dei governi. Oltre a ridurre la rilevanza del documento, questo suscita preoccupazioni per i negoziati sull’approvazione di altri rapporti cruciali, come quelli del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico, scrive la Bbc.

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Questo articolo è uscito sul numero 1644 di Internazionale, a pagina 104. Compra questo numero | Abbonati