Decine di migliaia di siriani hanno celebrato l’8 dicembre la caduta del regime di Bashar al Assad. Nel suo discorso, il presidente Ahmed al Sharaa ha invitato i cittadini a unirsi per ricostruire il paese devastato da quasi quattordici anni di guerra civile. Enab Baladi, uno dei più importanti giornali di opposizione nato dopo la rivoluzione del 2011, che ha potuto riportare la sua sede a Damasco dopo anni di esilio in Turchia, sottolinea da un lato i successi ottenuti da Al Sharaa sul piano internazionale, con il suo impegno per riabilitare la Siria agli occhi del resto del mondo, culminato con la visita alla Casa Bianca il mese scorso; dall’altro, nota le difficoltà sul piano interno. Il riferimento è alla violenza settaria che nei mesi scorsi ha colpito alcune minoranze, in particolare alawiti e drusi, e alle crescenti tensioni con i curdi, che amministrano il nordest del territorio. Salah Hijazi, giornalista siriano di L’Orient-Le Jour, ammette che “la realtà non è ideale come avremmo voluto”, ma nonostante tutte le sfide è importante festeggiare “nella convinzione che il nostro paese andrà incontro a un futuro migliore”. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1644 di Internazionale, a pagina 30. Compra questo numero | Abbonati