È facile pensare al movimento per i diritti civili negli Stati Uniti come a qualcosa di lontano, fatto di vecchie foto e memorie. In realtà quelle battaglie non sono così distanti e per fortuna abbiamo ancora l’incredibile voce di Mavis Staples a ricordarcelo. Sono passati più di cinquant’anni dal suo debutto solista e ancora di più dal gospel della sua famiglia, gli Staple Singers. Ora, all’età di 86 anni, la sua voce è impregnata dalle esperienze emozionanti raccolte nel corso di una vita trascorsa a testimoniare e a raccontare le ingiustizie intorno a lei. E l’età non l’ha spinta a prendersi una pausa. Sad and beautiful world è un disco pieno di speranza, che però non distoglie lo sguardo dai cambiamenti sociali. L’appello della cantante all’attivismo e alla pace (We got to have peace) risulta particolarmente pertinente con la mobilitazione delle truppe federali nelle città statunitensi e il razzismo che diventa normalità. Un album che ci ricorda cosa è successo in passato e cosa potrebbe essere il futuro.
Ben Forrest, Far Out Magazine

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Questo articolo è uscito sul numero 1640 di Internazionale, a pagina 90. Compra questo numero | Abbonati