Tokyo, 21 ottobre 2025 (Kiyoshi Ota, Reuters/Contrasto)

Il 21 ottobre Sanae Takaichi (nella foto, in basso al centro), leader del Partito liberaldemocratico, è stata eletta prima ministra. È la prima volta che una donna guida il governo in Giappone ma, scrive l’Asahi Shimbun, “anche se la sua elezione è storica, è stata possibile grazie all’appoggio del Nippon Ishin (Partito dell’innovazione del Giappone) in cambio dell’accettazione di richieste politiche di estrema destra. Tra queste, la rapida revisione della costituzione pacifista e misure per affrontare il crescente numero di stranieri residenti nel paese. Non si può che nutrire forti perplessità sul cambio di rotta rispetto al percorso intrapreso dal Giappone nel dopoguerra”. L’accordo prevede anche l’ulteriore aumento della spesa per la difesa e l’eliminazione dei limiti all’esportazione di armi. “Si tratta chiaramente di un’enfasi sulla forza militare, poiché non è stata delineata alcuna visione di politica estera. Tra i punti concordati c’è anche l’emanazione di una legge antispionaggio che potrebbe violare la libertà di opinione dei cittadini”. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1637 di Internazionale, a pagina 35. Compra questo numero | Abbonati