Ragnar Jónasson è da tempo uno degli autori di maggior successo commerciali dell’Islanda, con più di tre milioni di copie vendute dei suoi romanzi gialli. Reykjavík è la sua prima collaborazione con Katrín Jakobsdóttir (prima ministra del paese fino al 2024) e si può definire un bel colpo: la trama è perfettamente costruita, i personaggi sono eccellenti e non mancano colpi di scena sorprendenti ma sempre ben giustificati. Il delitto al centro della storia è la scomparsa, nel 1956, di una ragazza di nome Lara, che lavorava per una coppia benestante su un’isola al largo della costa vicino a Reykjavík. Il caso è ancora irrisolto trent’anni dopo mentre la città si avvicina al suo duecentesimo anniversario. Il giornalista Valur Robertsson sa che una nuova indagine venderebbe molti giornali e renderebbe felicissimo il suo impaziente caporedattore. Nonostante fonti reticenti, minacce legali e continui richiami al fatto che passato e presente sono sempre intrecciati, Valur si impegna a riportare Lara e la sua famiglia al centro della narrazione. Anche Sunna, la sorella un po’ alla deriva del protagonista, si troverà coinvolta nelle indagini. Jónasson e Jakobsdóttir mostrano con sobria maestria come la verità riesca sempre a venire a galla, per quanto sgradevole possa essere. Sarah Weinman, The New York Times

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Questo articolo è uscito sul numero 1636 di Internazionale, a pagina 82. Compra questo numero | Abbonati