In cerca della nipote scomparsa che forse si prostituisce a Istanbul, una pensionata georgiana, insieme a un giovane un po’ svitato che dice di aver conosciuto la ragazza, si avventura nella grande città e nei suoi quartieri a luci rosse. Crossing Istanbul rientra in quel tipo di film “positivi”, mirati a dare un’immagine migliore di qualcosa, in questo la comunità delle persone trans sulle varie sponde del mar Nero. Ma in realtà se ne occupa solo indirettamente. Quello che davvero racconta è il cambio di prospettiva della protagonista che diventerà più tollerante nei confronti dell’idea di transidentità. L’orizzonte conciliante del film fa ampio uso di elementi edulcoranti. E questo finisce per conferire al viaggio della protagonista una spensieratezza che è tipica del turismo, evitando accuratamente di mostrare tutto ciò che può davvero disturbare. In questo caso, le reali condizioni di vita delle persone trans in Turchia. Mathieu Macheret, Le Monde

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Questo articolo è uscito sul numero 1636 di Internazionale, a pagina 80. Compra questo numero | Abbonati