Le elezioni generali del 16 settembre sono state l’occasione per fare un bilancio del mandato del presidente del Malawi, Lazarus Chakwera, eletto nel 2020 con la promessa di liberare il paese “dalle macerie dell’impunità” e di migliorare le sue condizioni economiche, scrive The East African. Una sua riconferma sembra, però, lontana. Chakwera era arrivato al potere dopo che i giudici avevano annullato le elezioni dell’anno precedente, vinte con i brogli dal rivale Peter Mutharika, che anche a questo turno è uno dei 16 sfidanti del capo di stato uscente.
L’ex predicatore Chakwera “disse che avrebbe creato un milione di posti di lavoro e sollevato i malawiani dalla povertà. Cinque anni dopo, il paese di 21 milioni di abitanti è ancora tra i quattro più poveri al mondo, con più del 70 per cento degli abitanti che vive in condizioni d’indigenza”.
La disoccupazione, la scarsità di carburante, l’insicurezza alimentare e l’inflazione al 27 per cento sono stati alcuni dei temi al centro della campagna elettorale. Anche sul piano dei diritti le cose non sono migliorate: secondo l’ong Amnesty international, Chakwera non ha portato avanti riforme democratiche e non è riuscito a combattere la corruzione. The East African ricorda comunque che l’impennata dei prezzi dei prodotti alimentari è dovuta anche ai gravi disastri naturali avvenuti in Malawi negli ultimi anni, come il ciclone Freddy che nel 2023 ha causato più di 1.200 morti.
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Questo articolo è uscito sul numero 1632 di Internazionale, a pagina 32. Compra questo numero | Abbonati