Non ancora famoso, l’artista pop Andy Warhol fu invitato a esporre il suo lavoro alla Ferus Gallery, il fulcro della scena artistica contemporanea della Los Angeles dei primi anni sessanta. Dennis Hopper e la sua prima moglie, Brooke Hayward, avevano pianificato di organizzare una festa per la stella nascente della pop art e lui non aveva alcuna intenzione di perdersela né di mancare all’inaugurazione. Così Warhol, che come un altro famoso viaggiatore, Jack Kerouac, non guidava, arruolò tre amici per accompagnarlo attraverso il paese: l’attore underground Taylor Mead, l’artista Wynn Chamberlain e il neoassunto assistente Gerard Malanga. Deborah Davis fa un ottimo lavoro nell’illustrare i vari modi in cui il viaggio aprì gli occhi a Warhol. Fa frequenti deviazioni su divertenti rampe di uscita, si sgranchisce le gambe su argomenti come le cabine fotografiche (i primi selfie), il design dei cartelloni pubblicitari dell’epoca e la Carte Blanche, una delle prime carte di credito, con cui Andy finanziò l’intero viaggio. Per quanto il libro possa essere divertente, ci sono parti in cui Davis si prende delle libertà come nemmeno Warhol avrebbe osato. Nonostante tutto, però, l’autrice è chiaramente appassionata all’argomento.
James Sullivan, The Boston Globe
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it
Questo articolo è uscito sul numero 1607 di Internazionale, a pagina 82. Compra questo numero | Abbonati