In vista dell’apertura della conferenza sul clima Cop28, che si svolge negli Emirati Arabi Uniti dal 30 novembre al 12 dicembre, l’edizione araba del National Geographic si concentra sugli sforzi ambientali emiratini, raccontando il progetto della Città sostenibile, nata a 25 chilometri da Dubai, dove tremila persone vivono a “impatto zero” grazie alle energie rinnovabili e a una gestione virtuosa dell’acqua e dei rifiuti. Ma al paese ospite della Cop28, potenza petrolifera e del gas, sono già arrivate pesanti accuse: secondo un’inchiesta della Bbc il presidente della Cop28, Sultan al Jaber, che dirige l’Abu Dhabi National Oil Company (Adnoc, un’azienda petrolifera statale), voleva approfittare del suo ruolo per negoziare accordi sui combustibili fossili. Dai documenti ottenuti dall’emittente britannica emerge che Al Jaber aveva in mente di discutere progetti per l’estrazione di gas con i rappresentanti di almeno 27 paesi. Per limitare il riscaldamento globale è invece necessario che le emissioni di gas serra calino drasticamente entro il 2030. ◆
Cattivi affari per il clima
Uno schiaffo a Bruxelles
Il Niger ha abrogato il 25 novembre una legge del 2015 che criminalizzava il traffico di migranti. Il sito Aïr Info spiega che la norma era stata adottata in accordo con l’Unione europea e le Nazioni Unite per bloccare i flussi verso nord e proteggere le vittime della tratta. In Niger, però, era contestata perché aveva avuto gravi ripercussioni economiche, soprattutto nella regione di Agadez, dove il trasporto dei migranti era un’attività fiorente. Bruxelles ha espresso preoccupazione per la decisione della giunta militare di Niamey.
Un risultato contestato
Andry Rajoelina, 49 anni, è emerso come vincitore del primo turno alle elezioni presidenziali in Madagascar del 16 novembre, con quasi il 59 per cento delle preferenze. Ma l’opposizione non riconosce i risultati e uno degli avversari di Rajoelina, Siteny Randrianasoloniaiko, ha fatto ricorso per chiedere la cancellazione del voto, scrive il sito Africa News. Dieci candidati presidenziali avevano chiesto ai loro elettori di boicottare le urne, criticando i metodi autoritari del presidente e la repressione sistematica delle manifestazioni antigovernative organizzate prima dello scrutinio.
Lo spettro del golpe
“Tentativo di colpo di stato o violazione della sicurezza?”. Secondo il quotidiano sierraleonese Concord Times non è chiaro quale fosse lo scopo delle violenze che il 26 novembre hanno sconvolto la capitale Freetown. Quel giorno un gruppo di uomini armati ha preso d’assalto varie parti della città, tra cui un’armeria militare e una prigione, da cui sono evasi 1.890 detenuti. Ventuno persone sono morte, tra cui 14 soldati e tre aggressori, in quello che il ministro dell’informazione ha definito un “attacco coordinato e ben pianificato”, che secondo gli inquirenti avrebbe potuto innescare un colpo di stato contro il presidente Julius Maada Bio. Almeno un componente della vecchia guardia presidenziale dell’ex presidente Ernest Bai Koroma faceva parte del gruppo armato che ha condotto gli attacchi, ma Koroma si è affrettato a condannare l’accaduto. Rieletto a giugno in un’elezione molto contestata, Bio aveva fatto arrestare già ad agosto 14 alti ufficiali dell’esercito per eversione.
La riforma voluta dal sud
L’assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato il 22 novembre, con 125 voti a favore e 48 contrari, una risoluzione promossa dalla Nigeria che chiede all’Onu di elaborare una convenzione per favorire la collaborazione internazionale in materia di tasse ed evasione fiscale. Il voto, scrive Africa is a Country, ha mostrato una netta spaccatura tra nord e sud del mondo, con i paesi africani che si sono espressi compattamente a favore. Hanno votato contro i paesi più ricchi – tra cui quelli dell’Unione europea, Stati Uniti, Australia e Regno Unito –, che difendevano il lavoro svolto finora dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico di Parigi (Ocse), un istituto che però rappresenta solo le economie più sviluppate.
Yemen Il 19 novembre i ribelli yemeniti huthi hanno sequestrato una nave cargo nel mar Rosso e l’hanno portata a Hodeida. L’imbarcazione appartiene a un imprenditore israeliano e, anche se non c’erano israeliani a bordo, Tel Aviv ha parlato di un “atto di terrorismo iraniano”. Il 26 novembre dei pirati hanno provato a sequestrare un’altra nave israeliana, nel golfo di Aden, ma sono stati catturati da una nave statunitense.
Arabia Saudita Il 28 novembre Riyadh è stata scelta per ospitare l’Expo 2030, superando Busan, in Corea del Sud, e Roma.
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