I libri italiani letti da un corrispondente straniero. Questa settimana Michaela Namuth corrispondente tedesca freelance.

Da quando vivo in Italia, circa trent’anni, mi chiedo che cosa significhi “zona Cesarini”. Un modo di dire che s’incontra un po’ dappertutto, non solo nel calcio, dove l’espressione ha avuto origine. Grazie al romanzo di Lanthaler ho potuto chiarire la questione una volta per tutte e ho anche conosciuto Renato Cesarini, calciatore della Juve dal 1930 al 1935. Fu durante una partita contro l’Ungheria, nel 1931, che Cesarini fece gol negli ultimi secondi e assicurò la vittoria agli azzurri. Da allora la “zona Cesarini”, espressione probabilmente inventata da un cronista, descrive salvataggi dell’ultimo secondo, nelle partite ma anche nella finanza o altrove.

Il romanzo dell’autore altoatesino però va ben oltre. Parla della vita di emigrati italiani in Argentina e della gioventù di Cesarini (nato a Senigallia nel 1906) nei barrios di Buenos Aires, tra calcio, tango e fascino per il circo. Poi lo scoprirono gli Agnelli, già allora padroni della Juventus, e lo fecero tornare in Italia. Nel romanzo, che inserisce anche articoli e documenti d’epoca, Cesarini attraversa l’Atlantico con una scimmia e diventa oggetto delle spie di Mussolini. Ne esce fuori una figura fuori dagli schemi e un romanzo a frammenti cronologici, tradotto benissimo dal tedesco da Stefano Zangrando. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1644 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati