Le Isole Salomone sono un arcipelago formato da sei atolli principali, tra cui il più noto è Guadalcanal, e da più di mille piccole isole nel mezzo dell’oceano Pacifico. Dopo aver raggiunto l’indipendenza dal protettorato britannico negli anni settanta, l’economia dell’area si è basata principalmente sull’estrazione di metalli preziosi, un aspetto che però ha portato a tensioni politiche, scontri e rivolte. A essersi rivelata più stabile, invece, è stata la fonte di ricchezza del paese, la pesca del tonno. Gli accordi di Nauru hanno previsto la nascita di un consorzio che oggi produce più del 30 per cento del tonno consumato nel mondo, con pratiche di pesca e di commercio che si sono integrate armonicamente con le tradizioni dei pescatori locali. Ma oggi l’incremento esponenziale della domanda s’incrocia con gli effetti del cambiamento climatico, innescando un processo che sta mettendo in difficoltà la pesca e l’infrastruttura commerciale costruita nel corso di decenni. The catch è il podcast della rivista Foreign Policy che spiega i cambiamenti globali attraverso quello che succede nella pesca industriale, dove accordi, tensioni e illegalità anticipano quello che succede su altri fronti dell’economia del pianeta. Dopo aver indagato la pesca del merluzzo nell’Artico e delle sardine in Africa, nella sesta stagione si concentra sul pesce più mangiato al mondo.
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Questo articolo è uscito sul numero 1644 di Internazionale, a pagina 92. Compra questo numero | Abbonati