Un’enorme operazione di revisione delle liste elettorali avviata il 4 novembre in dodici stati e territori dell’India sta mettendo a dura prova i funzionari coinvolti. Per lo più insegnanti o funzionari di grado inferiore, gli incaricati devono identificare gli elettori, anche con visite a domicilio, raccogliere foto e documenti e caricarli su un portale della commissione elettorale, il tutto in tempi molto stretti. “Un singolo errore significa dover ripetere l’intero processo di compilazione e caricamento dei moduli”, scrive Al Jazeera. In poco più di un mese almeno 33 funzionari impegnati nell’impresa sono morti, nove per suicidio, a causa della mole di lavoro e delle scadenze ravvicinate. L’operazione è criticata anche perché elimina dalle liste elettorali milioni di cittadini, molti dei quali musulmani e appartenenti a minoranze che tradizionalmente non votano il Bharatiya janata party (Bjp), il partito ultranazionalista indù al governo.
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Questo articolo è uscito sul numero 1645 di Internazionale, a pagina 22. Compra questo numero | Abbonati