12 luglio 2018 17:23

“Nell’uso del mezzo fotografico, non mi interessa molto catturare una realtà tangibile. Al contrario, il mio scopo è di esplorare il rapporto tra il visibile e l’invisibile”. In queste frasi è racchiusa la sostanza dell’approccio di Amy Friend, autrice del progetto Dare alla luce, pubblicato dalla casa editrice L’Artiere con il titolo Stardust.

Anche se l’italiano non è la sua lingua, Friend ha scelto l’espressione “dare alla luce” per il suo legame con il concetto di nascita. In effetti l’artista canadese ha dato nuova vita, e un nuovo significato, a foto ritrovate nell’archivio di famiglia e nei mercatini delle pulci, che raccontano giornate spensierate, in vacanza, all’aperto oppure sono dei ritratti da spedire a un amore lontano.

Friend è intervenuta su queste vecchie foto realizzando dei forellini; poi le ha retroilluminate e fotografate. “Con un procedimento che l’apparenta ad un’alchimista, Friend reinterpreta e rende vibranti immagini antiche, cariche di senso e di emozioni, restituendogli una dimensione estetica e poetica supplementare” scrive la curatrice del libro Laura Serani, che aggiunge: “Punti luminosi animano le immagini e così anche le più semplici diventano magiche, sotto una pioggia di polvere di stelle o come se fossero attraversate da cortei di lucciole”.

Nell’edizione curata da L’Artiere il progetto è stato rivisto e adattato al formato cartaceo, con il design di Gianni Giulianelli. Le immagini sono stampate su una carta forata a laser e con una rilegatura alla francese, interpretando al meglio le atmosfere create da Friend.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it