09 luglio 2018 16:39

In dieci anni di carriera, Alex Prager ha costruito un universo iperrealistico in cui l’essere umano è il personaggio melodrammatico di un horror in Technicolor. Con Silver lake drake, la Photographers’gallery di Londra traccia il suo percorso artistico attraverso una quarantina di scatti e film sperimentali.

Nata a Los Angeles nel 1979, a vent’anni decide di diventare una fotografa dopo avere visto una mostra di William Eggleston. I suoi lavori intrecciano arte, moda, fotografia e cinema; ogni scatto è realizzato come se fosse un film, partendo da una sceneggiatura, un casting di attori - scelti tra persone comuni -, effetti speciali e scenografie.

Nel suo progetto più acclamato, Face in the crowd (2013), costruisce scene di massa in cui ogni personaggio emerge distintamente dalla folla con la sua storia personale; i luoghi sono spazi in cui si transita solo per un tempo limitato, come una spiaggia, la sala d’attesa di un aeroporto o un teatro. Sono gruppi di persone che non comunicano tra di loro, isolate da un profondo senso di alienazione accentuato dalla ripresa dall’alto, che mette l’autrice e gli spettatori in una posizione di sorveglianza.

Nelle foto e nei film di Prager le figure femminili hanno un ruolo centrale. Sono donne ispirate alle protagoniste dei film di Douglas Sirk, Alfred Hitchcock e David Lynch, dove i primissimi piani vengono usati per restituire una varietà di stati emotivi contrastanti, “sono eroine glamour che muoiono affogate, cadono da finestre o soffrono terribili solitudini”, come scrive Alexandra Spring sul Guardian.

Silver lake drive sarà aperta fino al 14 ottobre ed è accompagnata da un catalogo edito da Thames & Hudson.

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