28 luglio 2017 13:28
  • Il consiglio dei ministri italiano ha approvato il decreto sull’invio di navi in Libia. Il presidente del consiglio Paolo Gentiloni ha spiegato che si tratta di una missione di supporto alla guardia costiera libica per affrontare i flussi migratori. Secondo l’Ansa la missione sarà composta da quattro o cinque navi, altrettanti aerei, forse un sottomarino, droni e diverse centinaia di militari. Il provvedimento sarà sottoposto il 1 agosto al parlamento. Saranno impiegati gli assetti - in tutto o in parte - dell’operazione Mare sicuro, la missione nazionale avviata nel marzo 2015 con compiti di sorveglianza e sicurezza marittima “in seguito all’aggravarsi della minaccia terroristica”.
  • Il primo ministro pachistano Nawaz Sharif si è dimesso dopo la sentenza della corte suprema che lo definisce non idoneo alla sua carica per le accuse di corruzione che riguardano la sua famiglia. L’inchiesta internazionale Panama Papers aveva rivelato un utilizzo di fondi neri da parte della famiglia del premier.
  • Il senato statunitense ha bocciato la legge che avrebbe revocato parzialmente l’Obamacare. Dopo 51 voti a sfavore – 48 democratici e tre repubblicani, tra cui quello del senatore John McCain – resta quindi in vigore la legge introdotta nel 2010 dall’amministrazione di Barack Obama, che aveva garantito la copertura sanitaria a milioni di cittadini americani. Il senato ha invece approvato a larghissima maggioranza (98 voti a favore e due contrari) un disegno di legge che da il via libera a nuove sanzioni verso Russia, Iran e Corea del Nord. Il ministero degli esteri russo ha annunciato oggi la decisione di ridurre la presenza diplomatica statunitense in Russia, riservandosi la facoltà di ulteriori sanzioni.
  • La Giordania ha chiesto l’avvio di un’inchiesta sull’agente di sicurezza dell’ambasciata israeliana ad Amman che il 23 luglio ha ucciso due cittadini giordani. L’uomo è stato fatto rientrare in Israele sotto immunità diplomatica ed è stato accolto dal premier Benjamin Netanyahu. Il re di Giordania lo ha definito un atteggiamento provocatorio che destabilizza le relazioni tra i due paesi.
  • Le Nazioni Unite hanno chiesto al governo venezuelano di consentire manifestazioni pacifiche e libertà di espressione in vista del referendum del 30 luglio sull’assemblea costituente voluta dal presidente Nicolás Maduro. Intanto continuano le violenze tra manifestanti e forze dell’ordine e i morti sono arrivati a quota 112 da aprile. Vista una “situazione politica e di sicurezza imprevedibile” gli Stati Uniti hanno ordinato ai familiari dei diplomatici che si trovano in Venezuela di lasciare il paese.

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